Olivo Matto

I poeti restano sempre al nostro fianco. Come gli ulivi

Luigi Caricato

I poeti restano sempre al nostro fianco. Come gli ulivi

Quando muore un poeta subentra in noi un vago senso di paura. I poeti in fondo vigilano sulle nostre anime, svelandone i sogni più segreti. Così, per colmare il vuoto di una scomparsa, ho pensato bene di rendere omaggio a Roberto Roversi attraverso le sue stesse parole, attingendo alcuni versi da Dopo Campoformio, con gli olivi che si affacciano all’orizzonte.

L’erba è gialla, pietre; il cimitero

con gli ulivi e cipressi sbiaditi.

Anche nella pace i morti

non hanno tregua, risaliti

dal profondo si stringono le mani

rotte dalla fatica.

Roberto Roversi

Il poeta bolognese è stato il fondatore, e anche l’editore, nel 1955 della rivista “Officina”, con Francesco Leonetti e Pier Paolo Pasolini, e nel 1961 di “Rendiconti”. Persona libera e indipendente, ha scelto sin dagli anni Sessanta di non pubblicare con i grandi editori. E’ venuto a mancare il 14 settembre e per sua disposizione la notizia è stata data solo il giorno dopo. Non ci saranno esequie ufficiali, nè cerimonie, nè commemorazioni.

Terra addormentata per secoli

dai frati astuti, dalle processioni

fra gli uliveti e i campi,

buttate le barche sulla riva

trema all’ansia del petrolio

nero come un nembo dalla Marca.

Roberto Roversi

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