La qualità degli oli è fondamentale. Più sono buoni, meglio è. E’ sufficiente effettuare una degustazione comparata di sott’oli per rendersene conto. Conta la materia prima da conservare, è evidente, ma è bene tener presente come anche una buona materia prima lavorata con oli scadenti non porti a buoni esiti: sia sul piano della piacevolezza al gusto, sia su quello della stessa conservazione.
Tra tutti i sott’oli degustati in vita mia, finora il titolo di migliori lo assegno volentieri a quelli prodotti in Sardegna dall’azienda olearia dei Fratelli Pinna.
L’extra vergine ottenuto dalla molitura di olive Bosana è impareggiabile, da degustare in purezza. Lo è anche quando incontra gli ortaggi. Di tutto: asparagi, bietole selvatiche, carciofini, pomodorini secchi e altro, molto altro ancora… perfino favette sbollentate: squisite, una meraviglia.
Antonella Pinna ritiene giustamente che l’olio faccia sempre la differenza.
“Il nostro extra vergine monovarietale Bosana, utilizzato nella preparazione dei sott’oli, lo consigliamo ai nostri clienti anche dopo, appena terminato il vasetto. L’olio che resta. Utile anche quale ingrediente per altri piatti, tanto è buono!”
Anche il contenitore è importante che sia di qualità.
“Le vetrerie – mi confida la Pinna – al momento non propongono i vasetti in vetro scuro, come sarebbe più opportuno per una maggiore integrità dell’olio”.
Anche perché tutti – giustamente – vogliono vedere la materia prima conservata. La scelta del vetro chiaro resta pertanto una soluzione obbligata.
La luce non fa mai bene, l’olio si ossida. E così Antonella ha optato per i vasi in vetro spesso e di buona qualità:
“in questo modo si riesce in qualche modo a ovviare all’inconveniente ossidazioni”.
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