
Ieri, come ho scritto quest’oggi sul mio profilo facebook, sono stato per tutto il giorno a Cavaion Veronese, dove ho moderato un convegno sull’olio. E’ stata proprio una bella giornata. Ho incontrato e stretto la mano a brava gente operosa e tenace, appassionata e volitiva. L’Italia ce la farà, mi sono detto. Ci sono tante persone per bene che procedono a testa alta, senza demordere. Tra i vari relatori intervenuti, mi ha colpito in particolare lo sguardo retrospettivo del professor Gian Maria Varanini. Tra le varie immagini che ha proiettato a corredo del suo intervento sulla storia degli olivi e dell’olio gardesani, ne riprendo una, tratta dal libro Olivi ed olio del Garda veronese, di cui Varanini è autore e curatore. E’ tratta da una lapide presente a Palazzolo di Sona.
E’ un bell’esempio di generosità. In questo caso specifico, chi ha posto la lapide ha inteso consigliare i propri concittadini a prestare la massima attenzione e di non commettere l’errore di estirpare gli olivi compromessi da una distruggente gelata. Mai perdere dunque la speranza, poiché tutto è possibile, giacché in ogni pianta c’è sempre la forza di ricominciare. Non occorre mai demordere e avvilirsi. Infatti molte piante di olivo pur dopo una terribile gelata riprendono alle volte a vivere a partire dal ceppo, emettendo nuovi polloni. Nulla è mai compromesso in maniera definitiva, occorre avere fiducia nel domani.
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