Se c’è un merito da attribuire alla presidente di Pandolea Loriana Abbruzzetti, questo è senza dubbio la costanza nel perseguire l’unico obiettivo che si è posto nella vita: smascherare le frodi, il torbido che c’è nel mondo dell’olio. Questione di punti di vista. E’ opera meritoria, sia ben chiaro: se le frodi ci sono, perché allora non smascherarle? Così, immancabile arriva l’equazione: “Abbasso la Frode: Extravergine = Qualità”. Non sto esagerando: è scritto proprio così, nel programma Enoliexpo al Fermo Forum, maiuscole in eccesso comprese. Un titolo esemplificativo di una tendenza a invocare giustizia in atto ormai da qualche anno. Se viviamo, come sembra dai toni concitati, dei tempi bui, dobbiamo dunque attrezzarci, evidentemente. Così, alcuni intrepidi volenterosi, li notiamo impegnati in prima persona a smascherare una società corrotta e corruttrice. Per fortuna – è il caso di dire – che esiste un gruppo ormai coeso e agguerito, pronto a sacrificare la propria vita, il proprio tempo libero, pur di difendere la società dalle dinamiche criminali che la sta investendo. Per fortuna – aggiungo – che esistono costoro e non demordono mai, altrimenti sarebbe per tutti la fine: sommersi da olio adulterato. Non so in che modo (e mondo) vivano i seguaci di Coldiretti e i loro affiliati, ma so che da anni non hanno altri argomenti al centro dei loro dibattiti che non siano quelli evocanti frodi e sofisticazioni. L’imprinting dell’arcinota associazione di categoria c’è e si nota in maniera evidente. Hanno tirato dentro perfino le stesse istituzioni, per la prima volta non più coinvolte in veste di soggetti autonomi, operanti nel sistema Stato, ma in qualità di soggetti inclini a indossare con spensieratezza casacche, come brillantemente fece a suo tempo l’ex ministro agricolo Nunzia De Girolamo al confine di Stato in una protesta organizzata alle frontiere. Se questo è il nuovo corso, ne prendiamo atto. Evviva l’Italia! – ma noi, in ogni caso, e che lo si sappia, scriviamo da un’altra Italia.
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