Olivo Matto

L‘autenticità della pizza è a rischio senza olio extra vergine di oliva

Luigi Caricato

L‘autenticità della pizza è a rischio senza olio extra vergine di oliva

E’ un tema spinoso, perché richiede una denuncia dura, eclatante. Fino quasi ad arrivare all’odiosa proposta di boicottare le tante pizzerie diffuse nel Paese, restìe a utilizzare olio extra vergine di oliva, ma anche altre materie prime di qualità, meglio se legate al territorio. Io, per mia natura, quando mi imbatto in pizze cattive, evito di rimettere piede nei locali che nemmeno meriterebbero di avere il permesso di lavorare; e, ultimamente, sono numerose le pizzerie gestite in maniera grossolana, senza alcuna cura per la qualità di base. Ormai, occorre purtroppo riconoscerlo, l’attenzione per le materie prime non esiste più, e nemmeno la pasta delle pizze viene realizzata in maniera seria e professionale. Si prende l’impasto già pronto, è una barbarie. Così oggi, su facebook, Giancarlo Panico, consulente strategico e di comunicazione, nonché vicepresidente Ferpi, giustamente mi segnala un caso esemplare.

Giancarlo Panico > A Napoli l’autorevole giornalista enogastronomico Luciano Pignataro Wine Blog partendo da una querelle dell’ultimo weekend, tra la storica pizzeria “Da Michele”, che utilizza olio di semi, e Massimo Di Porzio vice presidente Associazione Verace Pizza Napoletana, rilancia il dibattito sul tipo di olio da usare sulla pizza.

Io, dopo anni di ricerche, studi ed esperienze professionali propendo senza appello per l’extravergine.

Che ne pensa il più autorevole oleologo italiano?

Luigi Caricato > Non può esserci pizza senza olio extra vergine di oliva. Dirò di più: è un delitto ricorrere agli oli da seme. Credo che sia proprio vero: oggi i pizzaioli italiani sono in forte crisi di identità. Se ricorrono a materie prime sbagliate possono anche smettere di fare pizza e chiudere bottega. Meglio cambiar mestiere che perdere in dignità. Una provocazione: sono più bravi gli egiziani a fare la pizza. Il mio pizzaiolo di fiducia e’ un egiziano, e utilizza solo extra vergine, peraltro di qualità. Prende oli di marca, ma della categoria premium. E Nour, si chiama così, lo fa spontaneamente, senza i miei consigli, quindi lo approvvo a maggior ragione proprio per la sua lungimiranza. Sarebbe il caso di sensibilizzare i pizzaioli sul delicato tema. Altrimenti e’ la fine di un’epoca gloriosa.

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