Olivo Matto

L’invito che mi sento di esprimere

Luigi Caricato

L’invito che mi sento di esprimere

Quel che ci sta accadendo – con la diffusione del Covid-19 – comunque ci cambierà. Si spera solo in meglio. In ogni caso, siamo chiamati tutti – e nessuno può sentirsi escluso – a ripensare la società, l’economia, le attività lavorative tutte, in una visione nuova e diversa, rispetto a quello che è stato finora, e rispetto anche a quello che siamo stati.

L’invito che mi sento di esprimere è a ripensare noi stessi e il nostro rapporto con gli altri. Soprattutto ora, alla luce di ciò che ci sta capitando. Perché si sta creando come una sorta di spartiacque, con un prima e un dopo. Sperando che il dopo ci sia, e che arrivi presto, con il minor numero di vittime.

La dirompente e implacabile avanzata del coronavirus, ovunque nel mondo, fa paura. Crea disorientamento. Ci sta devastando dentro – anche perché il nemico è invisibile e ci si sente impreparati. Le incertezze del domani sono tante. Cosa accadrà di noi non lo sappiamo. Si spera di sopravvivere, di limitare i danni. Poi, inevitabilmente, si cercherà di reagire, prendendo coscienza di quanto è accaduto, di quanto sta accadendo.

Sembra incredibile, a ben pensarci, ma il tema portante della prossima edizione, la numero dieci di Olio Officina Festival – in programma, si spera, nella prima settimana di febbraio 2021 – si sta rivelando profetico: “L’olivo rinasce”. Olive reborn: in quest’ottica, l’olivo, la pianta che simbolicamente più di altre ci riconduce alla vita, alla prosperità, alla forza e alla vittoria, sarà per noi il segno della rinascita.

Secondo una antica leggenda cinese il legno d’olivo neutralizzerebbe alcuni veleni Ci piacerebbe molto immaginarlo – almeno nella nostra immaginazione – quale forza vitale capace di rimettere tutto a posto, anche se non sarà più come prima.

Si tratta di ricostruire l’economia, ma soprattutto di ricostruire quella parte di noi, anche sul piano psicologico, che è stata violata e compromessa. L’augurio è che si possa ricominciare il prima possibile, e che tale dramma collettivo sia il motivo di una rinascita interiore e di un nuovo e incisivo impulso per la ripartenza.

[Questo editoriale è tratto da Oliocentrico 10, che potete leggere cliccando QUI]

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