Una rapida riflessione, sull’onda delle polemiche che hanno bersagliato il presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi – per via del suo viaggio negli Stati Uniti, intento a presenziare al match conclusivo degli Open, che ha visto, nella finalissima, il confronto tra due campionesse italiane del tennis, Pennetta e Vinci – rappresenta, per me, anche l’occasione per fare il punto su una questione che ritengo fondamentale, soprattutto in quanto poco compresa dai più: capire in cosa consista il ruolo di chi esercita una attività istituzionale in quanto persona pubblica.
Su facebook ho avuto tra l’altro un acceso scambio di battute con un signore piuttosto critico circa la decisione, non programmata da parte di Renzi, di recarsi a New York rinunciando a tener fede ad altri due impegni sitituzionali precedentemente presi (si trattava di presenziare alla Fiera del Levante e poi a Verona).
Ebbene, io sostengo – sia chiaro: al di fuori di qualsiasi appartenenza politica, giacché sono ideologicamente ateo, e pertanto estraneo a qualsivoglia partito o movimento – che Renzi, nonostante le tanto urlate polemiche, abbia assolto al proprio dovere di premier, e ho bollato di conseguenza come sterile, ipocrita e stupido ogni pretestuoso dissenso al riguardo.
E’ evidente che qualcuno si sia risentito leggendo la mia presa di posizione, e così ha protestato sostenendo che l’etichettare come ipocrita o, peggio stupido, chi non è d’accordo, non sia particolarmente edificante. Aggiungendo inoltre come sia bello vivere in un paese democratico in cui si rispetti l’opinione altrui.
Al che io ho replicato affermando senza alcuna esitazione come ogni opinione sia di fatto da considerare degna di rispetto, seppure facendo notare come, al di là delle nostre personali opinioni, qualunque presidente del Consiglio, da buon padre di famiglia, si sarebbe dovuto comunque recare a una finale di una gara sportiva cosi prestigiosa e così fondamentale per il lustro di un Paese.
Sì, perché ciascuno di noi può avere una propria opinione, e può e deve poterla esprimere senza alcuna reticenza. Precisando come ipocrita e stupido sia l’atteggiamento dei tanti politici di parte avversa che hanno cavalcato una polemica tanto inutile quanto sterile, circa una presenza che era invece assolutamente doverosa e obbligatoria, tanto più che gli impegni del Premier erano legati alla visita di due manifestazioni fieristiche, non a qualcosa di importante ed essenziale.
Noi non ci facciamo caso, e siamo tendenzialmente superficiali nell’esprimere opinioni, ma i gesti di un premier si misurano anche a partire da alcune dimostrazioni di sensibilità. Essere al fianco dell’Italia sportiva in un periodo storico per noi molto difficile, sostenendo con la propria presenza chi, attraverso un incrollabile spirito di dedizione, è riuscito a aaudagnare momenti di grande gloria internazionale indirettamente anche per il Paese di cui è cittadino, costuisce, per una persona pubblica come lo è un presidente del Consiglio, un atto di ammirevole civiltà. Tutto il resto è puro chiacchiericcio.
Ciascuno di noi, gente comune, può esprimere, e anzi deve esprimere, una propria opinione, ancorché critica e un aperto dissenso. Diverso, invece, è l’atteggiamento di chi fa politica, di chi è persona pubblica, di chi è rappresentante delle Istituzioni. Per costoro è necessario assumere un atteggiamento non chiuso alle opinioni personali, ma aperto a una pluralità di espressioni.
Il politico, la persona pubblica, deve rappresentare una comunità, non se stesso con le proprie (pur ragionevoli) opinioni. Per questo ha fatto bene Renzi a recarsi a New York City, e malissimo coloro che pretestuosamente l’hanno attaccato.
A dimostrazione di questa mia tesi, per scendere sul fronte del mondo segnatamente agricolo, dove accade purtroppo di tutto, ogni persona che riveste un ruolo pubblico, anziché blaterare una propria opinione, facendola diventare il centro pulsante dell’universo, dovrebbe invece assumere un atteggiamento aperto a un pensiero plurale, e fare sintesi di tutte le voci e rappresentarle, tenendo così in debito conto tutte le varie sensibilità e le tante opinioni, facendo una sapiente sintesi che valorizzi ogni tesi facendone tesoro per tutti.
Purtroppo, se l’Italia della politica si è dimostrata triviale nel sostenere attacchi pretestuosi su questioni così trasparenti e semplici, figuriamoci nel sottobosco del mondo agricolo, dove non è mai esistito l’esercizio di una democrazia, prevalendo di gran lunga il pensiero unico, quello che fa capo ai soliti noti. Sarebbe invece il caso di voltare pagina, e pretendere di avere rappresentanti istituzionali più seri e coscienziosi, che non indossino con leggerezza le casacche di alcune lobby, assecondandole magari in show di basso livello, come accade nel consueto ritrovo annuale alle frontiere del Brennero. O come accade in altri ritrovi, dove troppi ministri (e pure lo stesso Premier, questa volta sì, biasimevole) non disdeganano di frequentare.
L’Italia – è il caso di evidenziarlo – merita persone migliori.
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