Oggi sarò breve. Primo punto: sono poche le aziende olivicole dotate di un proprio punto vendita. Secondo punto: sono altrettanto poche le aziende con un’area shop ben organizzata, magari provvista anche di altre produzioni agricole, se non addirittura di prodotti lontani dall’agricoltura, dai libri sull’olio o sulla ruralità agli album musicali, ad altro ancora, come tovagliette, vassoi e altre mercanzie riproducenti immagini di olivi od oli. Terzo e ultimo punto: sono rare, rarissime, le aziende che ospitano nel proprio punto vendita produzioni di altre aziende; certo, più di qualcuno, lungimirante, e direi anche intelligente, lo fa, ma si limita spesso a ospitare prodotti della terra di cui non dispone: vino, aceto, farina, mieli e molto altro ancora. Ho una domanda al riguardo: avete mai visto aziende che producono olio da olive che ospitano altre bottiglie d’olio che non siano le proprie? Io sì, visitando lo spaccio aziendale dei fratelli Turri a Cavaion Veronese, ho notato le bottiglie di altri produttori della zona. Ho chiesto il motivo che li ha spinti a un gesto così coraggioso e così meritorio. Mi hanno risposto, candidamente, con animo puro: perché sono oli a marchio Dop Garda, e ci si deve aiutare a vicenda. Chiamiamolo pure olio della condivisione, o della fratellanza che dir si voglia. Il gesto è nobile, e io mi sento di esprimere il più vivo apprezzamento. Quando si spengono gli egoismi, tutto contribuisce a migliorare il nostro rapporto con il mondo e le persone.
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