Olivo Matto

L’olio fa perdere la testa agli americani

Luigi Caricato

L’olio fa perdere la testa agli americani

Poco abituati a sentirsi secondi a qualcuno, gli americani alzano la cresta e partono all’attacco del vecchio mondo. Per loro è inaccettabile che a dominare la scena sugli scaffali dei propri punti vendita siano gli oli di oliva provenienti dal Mediterraneo, in particolare se italiani. Sta così progressivamente prendendo piede in California un movimento di pensiero che sta sistematicamente contagiando i mass media degli Stati Uniti, ma non ancora i consumatori, i quali per ora prediligono l’olio italiano, o presunto tale, o comunque quello europeo o mediterraneo.

Che tenerezza, questi americani: vogliono a tutti i costi essere i primi della classe e dominare il mondo; e per tentare di imporsi sulla scena cercano la complicità di qualche italiano compiacente e soprattutto l’appoggio, all’insegna del patriottismo, dei giornalisti. Proprio ciò che manca all’Italia, dove abbiamo giornalisti che danno scarso peso all’olio, se non per scrivere qualche stupidaggine copiandola da qualche insulso comunicato stampa.

Segnalo al riguardo un articolo di Julia Moskin sul “New York Times” dello scorso 18 ottobre (California’s Olive Oils Challenge Europe’s) ed uno di Jane Black sul “Washington Post”, sempre del 18 ottobre (Beyond extra virgin: New standard aims to guarantee quality in olive oil).

Al di là delle solite americanate cui siamo ormai abituati, non c’è da spazientirsi. Gli americani, è vero, avranno sempre l’obbligo di sentirsi i primi della classe, per statuto, ma devono star tranquilli: sui mercati c’è posto per tutti, l’importante è che si dia spazio all’olio di qualità e che venga posto in vendita a un prezzo dignitoso, magari prestando maggiore attenzione ai controlli, onde evitare possibili truffe.

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