Olivo Matto

L’olio in enoteca. Meno commercianti e più imprenditori

Luigi Caricato

L’olio in enoteca. Meno commercianti e più imprenditori

Il tempo scorre rapido e non ho avuto modo di segnalare il numero di gennaio del mensile “La Cucina Italiana”. Troppe energie spese per l’organizzazione di Olio Officina Food Festival, come è giusto che sia, e così ho dimenticato di far luce sulla mia rubrica “Conoscere l’olio”. Interessante in particolare la mia idea di recensire gli oli prodotti da alcune storiche aziende vinicole italiane. In ordine Petra da Suvereto, in Toscana; Antonelli San Marco, da Montefalco, in Umbria; Librandi da Cirò Marina, in Calabria; e Planeta, il Dop Val di Mazara denocciolato, da Menfi, in Sicilia. Al di là degli oli dei vignaioli, va segnalato l’articolo di spalla, incentrato sulle enoteche. Il tema delle enoteche l’ha giustamente sollevato tempo fa l’esperto di marketing Massimo Occhinegro, in diverse occasioni. Lo stesso tema è stato riproposto al festival, ma ciò che fa bene è la sensibilità di alcuni enotecari, come per esempio Beppe Bertone di Enolora, a Chiuro. Ora non resta che muoversi in questa direzione. Sarà un percorso a ostacoli, perché tranbne alcuni illumonati enotecari, non tutti hanno la capacità di guardare lontano. Tranne poi adeguarsi alle mode. Ma come è stupido il mondo degli operatori commerciali: vendono ciò che è facile e non accettano le sfide. Essere pionieri è segno di intelligenza e per certi versi di eroismo. Ecco perché l’Italia vola basso. Perché non esitono persone capci di assumersi dei rischi in proprio, pur di guardare lontano, vcon gli occhi puntati al futuro. Sarebbe utile censire le enoteche più sensibili ad accogliere conpimportanti l’olio da olive. Magari si può organizzare qualcosa, per favorire tale tendenza. La mia inventiva, di sicuro, farà la propria parte. La speranza, tuttavia, è che gli enotecari dimostrino di essere meno commercianti attenti al soldo e più imprenditori illuminati. Sarà un futuro possibile?

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