E oggi, in attesa di rivedere il primo numero del 2011 del settimanale “Teatro Naturale” allo scoccare della mezzanotte – il primo numero dopo la consueta pausa natalizia di fine anno – mi concedo un bel viaggio immaginario in Molise. Lo faccio degustando un olio extra vergine di Colletorto, e riprendendo un breve, ma proprio brevissimo estratto dal mio libro Il respiro dell’olio. Viaggio tra gli olivi del Molise, pubblicato nel marzo 2008.
IL BRANO
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L’olio, pertanto, nel linguaggio punico-fenicio, termine utilizzato per indicare in particolare l’olio santo, quello utilizzato per le cerimonie sacre, ma anche nel corso dei matrimoni o in occasione di giuramenti. Zyt, inoltre, rimanda anche all’espressione “ziti”, che nel Molise vale sia per indicare gli sposi, sia per riferirsi ai maccheroni, ma Zyt sta anche per “zitti come l’olio”. E l’olio non a caso è un corpo vivo che respira, che occorre lasciare tranquillo.
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SAGGIO ASSAGGIO
L’olio è quello prodotto nella campagne di Colletorto, in provincia di Campobasso, dalla famiglia Aloia. E’ un monovarietale ottenuto dalla spremitura dell’oliva nera di Colletorto.
Vista > Verde dai riflessi dorati, limpido.
Olfatto > Profumi mediamente intensi, puliti e freschi, vegetali, con netti rimandi al carciofo.
Gusto > Morbido ed equilibrato nelle note amare e piccanti, finemente sapido.
Sensazioni retro-olfattive > Mandorla dolce in chiusura e lieve punta piccante.
Abbinamento > Con tartare di sedano e mela, o con carpaccio di funghi, o con spiedini di agnello, ma anche con insalate verdi e di mare.
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