
Si intitola V.O.L.A. e ne è autrice Margherita Loy. L’acronimo del titolo sta per vino olio latte acqua, che sono poi gli elementi vitali simbolo di una nutrizione essenziale, buoni carburanti per il corpo e l’anima. Il libro è da collezione, pubblicato per la casa editrice Zona Franca e già presentato nel gennaio scorso a Milano in occasione di Olio Officina Food Festival. L’autrice è romana, ma vive nella campagna toscana, dove ha pure un oliveto. Chi ha avuto modo di seguire il programma “Metropolis”, su Videomusic, sappia che a condurlo è stata proprio lei. Si occupa di libri, e non solo. Scrive racconti e libri d’arte, e ha pure un blog su Il Fatto quotidiano. Ciò che più importa per chi segue il blog Olio Officina, è che produce olio e il suo extra vergine si è imposto alla prima edizione nazionale del Premio L’olio di famiglia. Ora, per chi non ha avuto modo di conoscere l’autrice a Milano, potrà farlo a Massarosa il 29 settembre, a Olio Officina Anteprima. Quanto al libro, più che da raccontarvelo, è da leggere. Perciò, munitevi di copia. Non voglio togliervi il gusto della lettura. Posso solo dirvi che l’olio è l’elemento dominante, tra i quattro che compaiono nel titolo; e che è oltretutto emozionante leggere intorno ai preparativi che precedono la raccolta delle olive. L’olivagione, così come viene vissuta da chi fa l’olio per sé e per i prori cari, offre un quadro emotivo alquanto intenso e ricco di suggestioni, assai piacevoli da condividere con chi è digiuno di campagna e cose agricole.
Vi riporto una citazione tratta dal libro di Margherita Loy:
“(…) Alla terza settimana aveva raccolto più di metà degli olivi e circa duecento chili d’olio già brillavano silenziosamente al buio nelle taniche d’acciaio. La sensazione di possedere un tesoro, e ancor più di accrescerlo ogni giorno la ripagava della fatica. Il pomeriggio verso le quattro, quando tornava a casa si voltava a guardare il pezzo di oliveto in cui aveva lavorato. Vedeva le cassette sparpagliate piene di olive lasciate come trofei vittoriosi su un campo di battaglia: una volta a casa avrebbe telefonato a Fausto, il contadino che confinava con lei perché le passasse a ritirare con il trattore. (…)”
Il resto scopritelo voi stessi. Per ciò che invece concerne l’originale casa editrice di Franca Severini, Zona Franca, i suoi libri si presentano tutti con una insolita copertina: di cartone. E tutti i libri, tra l’altro, riportano il monito pare, mire, escuche, ovvero fermati, guarda, ascolta.
Che aspettate? Vi attendo a Massarosa, dove tutti i libri di Zona Franca, insieme con quelli di altri editori, sono a vostra disposizione.
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