Olivo Matto

L’untore che ha portato la Xylella

Luigi Caricato

Ci sono figure che rappresentano plasticamente l’Italia contemporanea. Una di queste è Michele Bungaro, storico portavoce e addetto stampa di Unaprol, l’Unione dei produttori olivicoli, una organizzazione di categoria che di fatto è responsabile in toto, nel bene e nel male, di quanto è accaduto finora in Italia in materia di olio.

Bungaro, nome noto a tutti gli addetti al settore, che lo conoscono molto bene in quanto aspirante da anni al ruolo di direttore esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale, nel frattempo si sta dilettando a istruire i professionisti della comunicazione con alcune teorie che trovo originali, seppure non mi seducano nemmeno lontanamente.

Nel corso di un incontro che si è tenuto a Lecce per conto dell’Ordine dei giornalisti, il grande colpo di teatro di Bungaro è stato preso in seria considerazione. Come riferisce “Lecce Prima”, Bungaro non ha dubbi su un grosso problema che attanaglia il Salento, e che ormai è un problema di cui l’universo mondo è venuto ormai a conoscenza. “Come mai – si chiede il brillante Bungaro – il caso Xylella è scoppiato proprio nell’estrema propaggine dello stivale”?

“Lecce Prima” insiste sulle dichiarazioni di Michele Bungaro: “Sarà forse stata qualche audace sperimentazione a provocare la catastrofe? O si può pensare a un’operazione d’intelligence straniera”?
Secondo quanto riferisce Bungaro, e come d’altra parte riportato da “Lecce Prima”, dietro al fenomeno della Xylella “ci potrebbe essere qualcuno, ma si potrebbe dire di qualche nazione, che avrebbe tutto l’interesse a frenare il primato italiano sull’oro verde. E il batterio della Xylella potrebbe essere non solo il miglior sistema per disastrare il maggior produttore di olio di qualità, ma anche a farne un ‘laboratorio’ a cielo aperto dove sperimentare nuove armi batteriologiche”.

Se avete ancora un barlume di buon senso, potete commentare anche voi quanto dichiarato dall’uomo Unaprol, non serve che mi spinga anch’io in una ardita argomentazione.
La Xylella per gli ulivi – prosegue il giornale “Lecce Prima”, riportando il pensiero di Bungaro – potrebbe essere paragonata a ciò che è l’ebola per gli esseri umani”.

Avete letto bene. Il portavoce Unaprol è con ogni certezza il candidato ideale per reggere le sorti del Coi, il Consiglio oleicolo internazionale. Ha tutte le carte in regola per brillare in capacità di vedere la realtà per quello che è per davvero, con grande sagacia.

Sempre lo stesso giornale riferisce che Bungaro abbia fatto una allusione “alle sperimentazioni illegali e segretissime del Governo Usa di armi chimiche e batteriologiche durante la Guerra Fredda. Armi che oltre ad avere il compito di abbattere un nemico avrebbero anche il precipuo scopo di controllare il fenomeno della sovrappopolazione mondiale, così come paventato dallo scrittore Dan Brown nel suo ultimo romanzo Inferno”.

Insomma, oggi ci si diverte così, con ipotesi e congetture che rappresentano l’esatta testimonianza di come vada interpretata la contemporaneità. Piaccia o meno, è questo il tessuto intellettuale nel quale ci si sta muovendo.

Quanto ho riportato, grazie anche alle affermazioni riprese da “Lecce Prima”, ci offrono l’identikit tipo di chi ci rappresenta. Grazie dunque a Michele Bungaro, per essersi prestato a questa sua rappresentazione immaginifica e seduttiva della realtà.

E voi, se credete che questi siano i soggetti che possano rappresentare al meglio l’Italia, allora accoglieteli pure a braccia aperte. E che Dio sia con voi e vi benedica.

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