Olivo Matto
La consuetudine degli auguri
Luigi Caricato
Io a dicembre, quando si avvicina la fine dell’ultimo dei dodici mesi, penso sempre al Natale che sta per arrivare.
Ogni anno c’è la consuetudine degli auguri, ma al di là di questo gesto, sempre più difficile da esternare in tempi in cui si è incerti se l’interlocutore possa gradire gli auguri o meno (per via della progressiva perdita di sacralità che sta investendo una società sempre più secolarizzata), io al Natale ci credo comunque. Sempre. E poco importa professarsi cristiani o sentirsi del tutto lontani, se non addirittura estranei.
Il Natale riguarda tutti. Anche i non credenti. Anche i credenti in altre fedi religiose.
Non è la prima volta che esprimo i miei auguri con una poesia - che è sempre la stessa, scritta dal poeta Giorgio Mannacio.
Si intitola “Natale in frantoio”. E la ripropongo, qui, su Oliocentrico. Anche perché, come si suol dire: repetita iuvant.
La pubblicazione della poesia risale al 1998. Mannacio la scrisse su mia esplicita richiesta. La pubblicai sul numero 14 della rivista “L’Aria dei Messapi”, iniziativa editoriale dell’azienda agricola di mio fratello Francesco.
Quell’esperienza editoriale, da me ideata, si è conclusa da anni, ma chissà, potrebbe anche tramutarsi in libro. Sono tutti i testi rigorosamente inediti che gli autori mi avevano a suo tempo affidato.
E ora che mi accingo a farvi gli auguri, vi affido volentieri i versi del poeta Giorgio Mannacio.