Olivo Matto

La maleducazione degli oleari su Internet

Luigi Caricato

Vi è mai capitato di imbattervi con persone moleste che credono di fare qualcosa di tanto importante da non riuscire a fare a meno di dirlo a tutti? Succede. Qualcuno in effetti potrebbe erroneamente pensare che con la parola “comunicazione” si intenda, di fatto, dare libero sfogo a tutto quanto ci passi per la testa, estendendolo all’universo mondo.

Comunicare è invece qualcosa di molto più complesso, che richiede in particolare una sorta di auto regolamentazione. Non si può d’altronde comunicare in maniera corretta se non c’è, dall’altra parte, qualcuno disposto ad accogliere i contenuti della comunicazione.

Comunicare non significa infatti imporre ad altri qualcosa che ci riguarda in prima persona, ritenendola fondamentale per tutti, e considerando tale operazione del comunicare come avere piena libertà di dire e scrivere tutto quello che ci pare, quando, come e dove ci pare. Non è così.

In quest’epoca social, con Internet che amplifica ogni nostro sussurro, basta in fondo taggare il prossimo, per illudersi che questo approccio sia quello giusto. Non lo è.

Da quando sono sui social, sono stato letteralmente bombardato – soprattutto i primi tempi; e in maniera, direi, anche selvaggia – da tante presunte notizie che in realtà interessano solo chi le scrive, non chi le subisce, vedendole suo malgrado pubblicate sulla propria bacheca. Io ho risolto il problema facendo un po` di pulizia, ed esprimendo pubblicamente il mio disappunto. Una scelta che ha funzionato. Eppure, nonostante le norme di buona educazione, noto che la maleducazione su Internet, da parte degli oleari, è alquanto invadente.

Partecipando, volontariamente o meno, in vari gruppi social (in molti dei quali sono stato però inserito senza che nessuno mi abbia mai chiesto il permesso), noto – debbo confessare: con un certo fastidio – che ci sono alcuni molestatori che appartengono e operano all’interno del mondo dell’olio, che utilizzano in maniera impropria il meraviglioso strumento di Internet come fosse casa di tutti, dove chiunque può prendersi confidenza e fare quel che più gli pare conveniente per sé.

Ebbene, ritengo che questo atteggiamento sia quanto mai deprecabile, e mi auguro vivamente che tutti si oppongano all’invadenza dei maleducati, altrimenti a rimetterci, in tutto ciò, è proprio il mondo dell’olio.

Fare comunicazione significa farla bene, e soprattutto farla con moderazione, senza esagerare con effetti spettacolari, e, prima di ogni cosa, senza in particolare effettuare invasioni di campo.
Basta, insomma, con l’ansia da prestazione, insistendo ad ogni costo nell’imporre qualcosa di personale agli altri. La notizia che si vuol far circolare, deve circolare nel modo giusto, altrimenti è solo molestia, nient’altro che molestia, ovverosia: nulla di importante.

Purtroppo, occorre ammetterlo, sono proprio i molestatori perditempo (non gli oleari seri, quelli che dedicano il proprio tempo al lavoro, e non al cazzeggio) la parte funesta di Internet, luogo in cui trovano spazio soprattutto i creatori di fake news. È questo l’aspetto fallace di Internet. Sta tutto nel concedere spazio a chicchessia, senza dare valore alla qualità delle comunicazioni.

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