Se avete letto i quotidiani di oggi, avrete notato che tutti riportano lo screzio tra la cantante Laura Pausini e una sconosciuta ma determinata bagnante in spiaggia. Una signora nessuno che vive tuttavia del suo lavoro da imprenditrice e che ha accusato la nota artista di essere una cafona. Non entriamo nel dettaglio della penosa vicenda, anche perché non ci emozionano notizie così insulse sulle quali i giornali amano invece insistere, riservando grande spazio. Ciò che mi preme evidenziare, semmai, è che un quotidiano pur serio come “Repubblica” abbia dato risalto (QUI) a un banale litigio che può involontariamente capitare a chiunque di incorrere, solo che stupisce lo spazio assegnato alla signora nessuno che ha voluto con tutta forza ribadire la propria rimostranza nei confronti della cantante, quando, paradossalmente, per un pessimo servizio giornalistico sull’olio da olive che aveva causato non pochi problemi alle esportazioni dell’olio italiano all’estero (QUI), soprattutto in Cina. L’articolo, dai contenuti molto discutibili (QUI), a firma Paolo Berizzi, era stato pubblicato nel dicembre 2011, proprio sullo stesso giornale di cui è fondatore Eugenio Scalfari. Ricordo molto bene che all’epoca dei fatti “Repubblica” decise caparbiamente di non dare alcuno spazio a chi richiedeva un legittimo diritto di replica per sconfessare delle gravi inesattezze di Berizzi. Ecco, lo rammento ora solo per farvi notare che l’Italia della decadenza si riflette proprio in questi atteggiamenti. Conta molto di più il nulla e la vacuità rispetto alle cose serie. Dobbiamo farcene una ragione e non ho null’altro da aggiungere.
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