Olivo Matto

Luigi Gonzaga e la santa virtù dell’olio miracoloso e guaritore

Luigi Caricato

Luigi Gonzaga e la santa virtù dell’olio miracoloso e guaritore

Oggi è san Luigi Gonzaga e per onorare il mio santo dedico a lui il post odierno di Olio Officina, estendendo gli auguri a chi porta il suo nome e a tutti coloro che oggi festeggiano l’ingresso ufficiale nell’estate. Sono tante, molte, le “curazioni miracolofe operate col detto Olio in Lombardia, e in Piemonte”. In tanti coloro che sono stati liberati, e tratti in salvo, da febbri mortali. Queste notizie sono tratte dal volume Vita de San Luigi Gonzaga della Compagnia di Gesù, di cui è autore Virgilio Cepari. Si racconta per esempio di Margherita Ridolfì abitante in Cepina, Villa del Contado di Bormio. “Quelta giada qualche tempo trovava immobile a letto per una ftrana enfiagione, che Je avea prefo tutto il corpo, erendutala impotente a valerli ne pur d’un dito. Fra molti medicamenti in vano adoperati non le fovvenne mai di fervirfì dell’ Olio di S. Luigi, di cui avevane per altro in cafa una picciola ampolla. Quando, il primo di Settembre predo al mezzo di, ftando ella fola in camera travagliatiilìma da’ fuoi dolori, fenrì, fenza faperc da chi, articolarli chiare all’orecchio quefte parole: Margherita., perche no adoperi l’Olio, che hai del S.. Luigi? Provalo; teoli ajuto di Dio, e di auefto Beato guarirai. Sopragiunta indi a un ora da Bormio Elena forella dell’ inferma, e dito da lei con maraviglia il fucceffo, la efortò a far con fiducia la pruova ingiuncale. Allora l’inferma: Datemi dunque , dille, sorella, queir Olio . E in così dire, dimentica d’avere il braccio immobile, pur nondimeno corfe colla mano a fegnare il luogo, dov’eflò lava, e s’avvide in fatti di potere ciò che fin allora non aveva potuto: e in queir atto medefimo, fenza fapor come, né da chi fofpinta, fi trovò fuori del letto colle ginocchia in terra. Attonita al prodigio , e lagrimando colla forella per allegrezza della grazia incominciata, fi obbligò prima al Santo con voto di vifitare il fuo Altare in Saffo, fe aveffe ottenuta la perfetta fanità, indi fegnoffì con queir Olio la fronte, e ad una ad una tutte le giunture del corpo, dove i dolori erano prima più acuti. E in ciò fare, fentì come da due mani inviabili toccarli e premerli forte le guance: al qual tocco fé le ritirò immantenente l’enfiagione da tutte le altre parti nelle fole braccia, e gambe, che le diventarono fubito piene, a guifa di facchetti d’arena. Indi fvanito in un momento ogni tumore, fentiffi ritornare in tutto il corpo il primo vigore dafana: e veftitafi da sé medefima, corfe alla itanza del Curato, cui era Servente, a moitrarglifi perfettamente guarita, con un miracolo tanto più pregevole, quanto da lei meno cercato, e fpontaneamente offertole dal Beato”.

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