Olivo Matto

Mo Yan, premio Nobel dall’anima contadina

Luigi Caricato

Mo Yan, premio Nobel dall’anima contadina

Oggi per me è una gran festa. E’ stato assegnato allo scrittore cinese Mo Yan il premio Nobel per la letteratura 2012 con la seguente motivazione: “(…) con il suo realismo allucinatorio forgia racconti popolari, di storia e contemporanei”. Ha scritto libri di alto profilo, tra cui Sorgo rosso e Grande seno, fianchi larghi – il mio libro d’elezione – tutti per Einaudi. E’ in assoluto il mio autore preferito di sempre. E’ con grande gioia che ho accolto la notizia. Era in odore di Nobel, e così è stato. Quest’oggi il mio post quotidiano eccezionalmente non riguarda l’olio. Vuole solo essere un omaggio alla straordinaria figura di uno scrittore che ha saputo emozionarmi più di ogni altro. Ha 57 anni, ed è nato il 17 febbraio 1955 in una zona rurale dello Shandong, nel nordest della Cina, in una numerosa famiglia di contadini. Da bambino venne anche allontanato da scuola, poi divenne operaio in un cotonificio e, per affrancarsi dal ceto contadino, è entrato nell’esercito, finendo inizialmente in una sperduta unità a lavorare nei campi, come ha ben raccontato nel libro Cambiamenti, pubblicato lo scorso anno da Nottetempo. Il nome Mo Yan è uno pseudonimo, il vero nome è Guan Moye.

Per approfondire, ecco un omaggio che gli avevo riservato su “Teatro Naturale”: cliccare qui.

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