Olivo Matto

Nessuno sembra rendersene conto

Luigi Caricato

Se fosse un campionato di calcio, sarebbe il peggiore di quelli immaginabili. Dilettanti camuffati da professionisti. Cosicchè l’agricoltura italiana, dal dopoguerra a oggi, ha giocato solo pessime partite, molte delle quali pure truccate.

Il quadro, poco edificante della realtà in cui ci si muove, sembra non riguardare nessuno, solo che se fosse davvero un campionato di calcio nessuno seguirebbe le partite, anche perché divertirebbero molto di più i bambini che rincorrono con la loro spensieratezza un pallone.

Nessuno sembra rendersene conto, e così tutti partecipano a queste partite fingendo di giocare in un campionato della massima serie. Peccato che si tratti del peggiore campionato di tutti i tempi e di tutte le nazioni.

E’ questa l’immagine dell’Italia agricola. Così, almeno io, me la immagino, oggi, a distanza di decenni, risucchiati nel vortice di un declino che appare inarrestabile. Non che manchino i campioni, in questo Paese, ma questi talenti non giocano in campionato. Si dilettano piuttosto a giocare tra loro, a divertirsi e a imporsi all’attenzione generale, senza però godere dei vantaggi, in termini di finanziamenti e di attenzioni, da parte delle pubbliche istituzioni.

Non so se io esageri in questa mia immaginazione, ma, credetemi, io la immagino solo in questo modo l’agricoltura italiana, non riesco a concepirla diversamente. Non ci sono “campagne amiche”, ma “campagne abusate”, “campagna avvilite”, “campagne depredate”.

I talenti, che pure ci sono, sono talenti mai sufficientemente valorizzati. A disposizione del Paese ci restano invece solo quelle figure che tutti conoscono essere pure “schiappe”, e finché il mondo procede in questa direzione, non possiamo che assistere al peggiore campionato di tutti i tempi e di tutte le nazioni.

Se non siete d’accordo con me, datemi buone ragioni per cambiare opinione sullo stato dell’agricoltura italiana e io – avete la mia parola – sarò il primo a crederci.

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