Siamo in un mondo globale, le civiltà si confrontano. Ieri, a Verona, nell’ambito di un evento organizzato dal Ceq nel corso del Sol, ho raccontato l’olio ricavato dalle olive a una delegazione di giornalisti cinesi e russi. A loro ho detto: non abbiate paura, non è una intromissione nella vostra cultura e tradizione gastronomica. Accogliete l’extra vergine con spensieratezza, gustatene tutta la bontà. Ed è proprio vero, anche noi in fondo iniziamo ad accogliere le loro prelibatezze. E’ sbagliato chiudersi a riccio, e non accogliere ciò che viene proposto al di là della nostra tradizione. E’ un errore di pensiero che non possiamo commettere. Occorre perciò superare il limite che è proprio di una visione dallo sguardo corto.
Noi, tanto per fare un esempio, anni fa in Giappone abbiamo introdotto con successo l’olio extra vergine di oliva. Ora, a distanza, in quelle terre lontane sono diventati entusiasti e qualificati consumatori. In Giappone vi sono molti ristoranti italiani, frequentatissimi. C’è il mito del mangiare italiano. E adesso, se avete notato, anche da noi abbondano i ristoranti giapponesi. Insomma, la reciprocità aiuta.
A Olio Officina Food Festival grazie a Massimo Occhinegro si è potuto prendere in visione un importante documento video in cui si poteva prendere atto di quanto ormai la cultura dell’olio abbia una diffusione ampia, al punto da entrare in un programma televisivo preserale. Occorre far tesoro di ciò che è diverso e lontano da noi, mai chiudersi a riccio in se stessi, in uno stato di paura e di pigrizia intellettuale. C’è spazio per tutti. La chiusura, per contro, chiude anche le menti, oltre che il cuore.
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