Olivo Matto

Non fa piacere dirlo

Luigi Caricato

Ne ero consapevole anche da ragazzino, in verità. Tuttavia, ora, a cinquant’anni d’età, ho la piena conferma di come la politica condizioni di fatto la vita e l’agire dei cittadini; ed è come una trappola, per molti versi. Se ne fai parte, puoi trarre tutti i possibili vantaggi, anche perché ci sono risorse vive per tutti: solo che ti sporchi, non solo l’anima; ma se resti fuori, perché sei libero e indipendente da qualsiasi partito, movimento o sindacato o corporazione o lobby, subisci brutalmente il potere di chi usa il proprio ruolo per frenare ogni buona e sana azione per il Paese, pur di favorire i propri servi-adepti.

Poi accade anche l’imprevisto, perché capita pure che in tanta brutta politica (meglio dire: in tanta politica marcia, lurida) vi sia comunque qualche persona perbene (e io ne ho conosciute tante, per fortuna), sempre poche in ogni caso (che credono ancora che la politica consista nel lavorare per il bene comune).

Oggi, però, è molto difficile trovare persone perbene, libere, indipendenti, pure. O forse è sempre stato così, come è forse più giusto ammettere. La differenza, semmai, è che oggi ciascuno vive questo disagio sulla propria pelle, e brucia ammettere che sia così.

Non fa piacere dirlo, ma la politica è come il cancro: ti divora, a volte anche rapidamente. Starne fuori può essere la salvezza, ma non sempre è così. Chi gestisce la politica cerca di sottrarti energie vive e di appropriarti della tua storia. La politica divora. C’è in ogni caso chi il cancro preferisce affrontarlo, lottando con tutte le proprie forze, e resistere, resistere. Non si sa con quali risultati, e fino a quando è possibile resistere.

Alla fine i più cercano di entrare in politica: è tutto più comodo, tutto fila liscio come l’olio. Ma voi, lo immaginavate che la politica consente ad alcune imprese di trarre tutti possibili vantaggi a danno di altre imprese oneste? Ah, già! E’ storia risaputa, questa. Allora è proprio così. E’ confermato. Non fa piacere dirlo, ma la politica è proprio una divoratrice di persone e comunità: è come il cancro. Tranne che non si stia dall’altra parte, e poco importa cosa sia o non sia la politica, purché si mangi.

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