Olivo Matto

Non so se lo avete notato

Luigi Caricato

Chi, tra i lettori, ha avuto modo di frequentare in questi anni, in maniera costante, gli incontri pubblici dedicati all’agricoltura – convegni, tavole rotonde, workshop, seminari – avrà senz’altro notato che i contenuti di quanto è stato di volta in volta riferito dai vari relatori al pubblico sono stati perlopiù e sempre i medesimi.

Non si è fatto alcun passo in avanti, né si sono registrati passi indietro. Ovviamente non mi riferisco ad aspetti di ordine puramente tecnico, dove ciascuno esprime in maniera compiuta la propria professionalità e competenza. Mi riferisco invece a quanti avrebbero dovuto esprimere pensieri che si possano compiutamente definire tali, capaci di risvegliare gli animi e, soprattutto, di rivoluzionare le consuetudini, sostenendo qualcosa di nuovo, che giovi per davvero alle comunità e all’economia.

Vorrei pertanto ribadire, a scanso di equivoci, che quando mi riferisco a “pensieri”, non intendo affatto limitarmi alla formulazione di mere opinioni, ma a pensieri di spessore e ben strutturati, in grado di modificare la realtà e di individuare nuovi paradigmi.

I pensieri, purtroppo, sono piuttosto rari, ed è difficile sentirne, o leggerne, di veramente degni di essere ritenuti tali. Così, pur con tante variazioni sul tema, si continuano ad ascoltare i soliti discorsi, senza che sostanzialmente si prospetti mai nulla di nuovo. Di conseguenza, passeranno pure i decenni, inarrestabili, ma tutto permane uguale e immutato, proprio perché ci si limita stancamente a ripetere il già detto e scritto, riformulato come se fosse il nuovo.

Non voglio con ciò sostenere che siano del tutto assenti persone capaci di esprimere pensieri e degne di considerazione. Non voglio certo insinuare che vi siano troppe persone inadatte a ricoprire ruoli di cui essere realmente e pienamente all’altezza, ma voglio, desidero e spero che qualcosa di nuovo avvenga per davvero, che ci siano figure di pensatori nel mondo agricolo e agroalimentare, altrimenti, di questo passo, sarà solo la fine, ma proprio la fine di tutto.

L’agricoltura, più di altri settori, ha bisogno di una classe dirigente nuova. Non si può lasciare nelle mani dei soliti noti il destino di tanti soggetti e di tante economie.

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