Olivo Matto

Olio democratico

Luigi Caricato

Quando alcuni anni fa teorizzai il concetto di “olio democratico” non tutti compresero il valore e la portata di una simile idea.

Oggi, dopo che all’evento Cibo a Regola d’Arte – voluto e concepito nell’ambito del Corriere della Sera, organizzato da Angela Frenda, food editor della testata e direttore artistico della manifestazione – il tema portante della settima edizione è stato proprio il “cibo democratico”, ho compreso che tutto appare ora più semplice. Alla fine ci si arriva, anche se non tutti, ancora, nel comparto oleario, hanno ben compreso la portata di tale mia idea.

Angela Frenda ha inteso esplorare l’accessibilità al cibo in tutte le sue accezioni, dall’elitarismo dell’alimentazione sana alla cucina dei migranti.

“Un’alimentazione buona e sana, ma anche accessibile, è un diritto ancora troppo poco esteso. Ecco perché quella della cucina democratica è la grande sfida dei nostri giorni”, ha spiegato Angela Frenda.

Il concetto è il medesimo di quello da me presentato anni fa a Olio Officina Festival e riproposto in più occasioni. La sfida, nel caso del comparto oleario, è produrre olio per tutti, senza alcuna esclusione. E anche la Frenda ha voluto chiamare gli ospiti della sua manifestazione “a immaginare come vincere la scommessa di un cibo di qualità che remuneri chi lo produce e sia abbordabile per chi lo compra.”

La sfida è tutta qui: produrre e presentare in commercio un bene prezioso come l’olio rendendolo alla portata di tutti. Non è una sfida impossibile, soprattutto oggi che la tecnologia ci viene incontro. Abbattere i costi di produzione diventa allora un dovere morale, non si può sprecare materia prima, e occorre in particolare renderla disponibile a tutti. Ciò che importa è garantire una equa remunerazione a chi produce, ai lavoratori e agli imprenditori implicati nel processo produttivo, ma rendere nel contempo tale valore pienamente disponibile e fruibile a prezzi accessibili.

Oggi questa è la vera sfida, tutto il resto è solo fuffa.

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