Olivo Matto

Perché le scuole di assaggio dell’olio non decollano

Luigi Caricato

In Italia è così. Io l’ho sempre detto, sia a voce, sia in forma scritta, e tutti possono testimoniarlo. Nel nostro Paese, le varie scuole di assaggio non decollano. Lavorano, si impegnano tantissimo, esprimendo tanta professionalità e muovendosi con passione e grinta, ma senza raccogliere grandi consensi. Quando c’è da pagare la formazione, tutti coloro che si dicono a favore dell’olio snobbano le scuole di assaggio, preferendo soluzioni all’italiana, non pagando, accedendo a corsi gratuiti o a corsi a prezzi stracciati.

Non è una questione di libera concorrenza, dove vince il più organizzato e strutturato, ovvero chi riesce a proporre seminari e corsi di alta qualità a prezzi concorrenziali, e a proporsi al meglio, in modo efficace. Niente da fare, le scuole di assaggio non decollano come dovrebbero perché pur cercando di fare il possibile, i risultati non premiano l’impegno e le energie profuse.

Questa difficoltà non è da attribuire a una diretta responsabilità di queste scuole, in quanto non all’altezza del compito. Non è così: la vera causa del loro mancato successo è dovuta a un sistema malato e perverso, che ha favorito i soliti raccomandati della politica clientelare, i quali, ricevendo tanto danaro pubblico, hanno di fatto spiazzato e impoverito tutte quelle strutture realmente destinate a fare una formazione seria, professionale e competente.

La sottrazione di importanti risorse economiche non ha permesso di far crescere in tutti questi anni le scuole di assaggio, non potendo migliorare ed estendere i propri servizi da destinare a un pubblico professionista e amatoriale.

Una concorrenza sleale, mai sanzionata, ma anzi indebitamente favorita da soggetti istituzionali legati a perverse logiche politiche, ha di fatto favorito un sottobosco formativo il cui valore è quanto meno discutibile.

I mancati introiti delle scuole di assaggio, per via di questa pesante interferenza esterna, hanno determinato in tutto questo tempo uno status quo ormai irrimediabile.

Le scuole di assaggio dell’olio, pertanto, al momento non decollano, né mai sono destinate a decollare, in realtà, in quanto i formatori che vi fanno parte saranno condannati, ancora per molto altro tempo, a svolgere la propria professione sempre sulla base di un impegno volontaristico, oppure, in alternativa, potranno senz’altro continuare a essere ripagati con formule consolatorie, allietati, quando capita, da qualche magro gettone di presenza, mai però ritenuti professionalmente degni di una retribuzione che li metta alla pari, per dignità ed entità di compenso, con i docenti di altri saperi da tutti universalmente riconosciuti come importanti e fondamentali.

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