Olivo Matto

Più coscienza civica. Salviamo l’oliveto sperimentale di Imperia

Luigi Caricato

Più coscienza civica. Salviamo l’oliveto sperimentale di Imperia

Ieri sera ho ricevuto una intensa e dolente lettera da parte di un giovane olivicoltore lombardo, Massimo Spreafico, socio della Cooperativa agricola olivicoltori Lago di Como. Lettera che riporto di seguito, integralmente, foto comprese, a testimonianza di un disagio enorme che tutte le persone sensibili,con una coscienza civica ben allenata, non possono non provare. Il guaio è che proprio i rappresentanti delle istituzioni, evidentemente privi – o comunque in difetto – di un senso etico, nemmeno arrivano a immaginare cosa sia il dolore per qualcosa che fa star male. Spreafico mi chiede un aiuto (l’oggetto della sua email: “Mica c’ha 530.650 euro che le avanzano per salvare l’oliveto sperimentale di Imperia?”) e io, come è mia consuetudine, mi impegno. Sarà mia cura sensibilizzare coloro che possono agire in tal senso, sempre nella speranza che tutto si possa risolvere, speranza che spero non venga elusa.

UN GRIDO DI DOLORE

Caro Direttore,

sono Spreafico Massimo (quello della Coop. Agricola Olivicoltori Lago di Como e la ringrazio di nuovo per l’ottima recensione delle scorso febbraio).

La seguo sempre, anche adesso che mi trovo in vacanza nell’imperiese dove sto trascorrendo esaltanti giornate immerso nel mare azzurro della riviera e in quello verde argentato degli ulivi dell’entroterra.

Oggi ho percorso in bici ed a piedi la valle di Dolcedo, che meraviglia raggiungere quei paesini immersi negli ulivi ognuno con la sua bella chiesina zeppa di opera d’arte… bellezza allo stato puro. Spiace solo vedere qualche oliveto abbandonato e sommerso dalla vegetazione, speriamo che resistano e trovino presto un padrone che se ne prenda cura.

Ma veniamo al motivo per cui la disturbo. Già che ero in zona ne ho approfittato per toccare con mano una notizia che ho letto ieri sulla “Stampa” e cioè che la Provincia di Imperia è intenzionata ad alienare, per fare ovviamente cassa visti i tempi, l’oliveto sperimentale di cui è proprietaria sulla alture alla periferia di Imperia.

Mi sono recato sul posto ed ovviamente ho trovato il cancello chiuso e l’impianto non l’ho visto, se non da lontano, colpa mia che dovevo contattare prima qualcuno, ma ho potuto comunque vedere che tutto attorno ci sono case in costruzione, pubblicità immobiliari ed oliveti abbandonati. Visto che a pensar male si fa peccato ma quasi sempre “ci s’azecca” il sospetto che, una volta venduto il terreno, gli ulivi si trasformino in villette a schiera mi viene spontaneo, con buona pace del paesaggio (“l’olio è nel paesaggio” come lei ha recentemente postato sul suo blog).

Non sono a conoscenza di quale importanza a livello accademico ed universitario riveste attualmente l’impianto, se viene cioè utilizzato per fare ricerca. Certo che vedere buttato il lavori di anni spiace, come mi è spiaciuto leggere della “becera” distruzione dell’impianto sperimentale della Tuscia del mese scorso (a proposito che fine ha fatto ? E’ stato poi distrutto ?)

Circa l’impianto di Imperia mi piacerebbe conoscere la sua opinione di esperto a riguardo, e magari se ha qualche notizia più di me.

A mio avviso cosa buona e giusta sarebbe che l’area rimanesse tale, la Provincia venda pure, ma a qualche appassionato o qualche operatore del settore. Imperia e città dell’Olio, c’è un Museo, bellissimo ma pur sempre uno spazio chiuso. E se al Sig. Carli (ecco l’ho detto) venisse in mente di acquistarla e farci un’ area visitabile complementare al museo? Dopo tutto , e parlo da turista appassionato di olio, chi viene in riviera può visitare i frantoi, visitare il museo, ma vedere come si opera sul campo (potatura, raccolta, etc) questo non è possibile vederlo se non indirettamente percorrendo le mulattiera ma si è poco coinvolti.

Anche il consorzio Dop “Riviera Ligure” potrebbe farci un pensierino…

Lo so bene che sto sognando, ma magari lei che è persona con tante conoscenze può metterci una buona parola.

La ringrazio per l’attenzione

Spreafico Massimo

La lettera di Massimo Spreafico la sottoporrò a tutti coloro che hanno il dovere di dare una risposta, risponderò nel dettaglio delle richieste di informazioni e di un mio parere con un altro post.

Quest’oggi è tempo solo di riflessioni.

In questa giornata cupa in cui si ricorda l’anniversario dell’uccisione del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta, basta solo il silenzio.

Non possiamo venir meno ai nostri doveri di cittadini, ma soprattutto qui è lo Stato a essere chiamato in causa, con i rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali.

Lo Stato non può venir meno ai suoi doveri.

La sensazione generale, tuttavia, è che sia proprio lo Stato il grande assente. Non tanto la comunità – che pure ha le sue colpe – ma lo Stato.

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