Al supermercato. Una signora anziana mi chiede aiuto. Punta con il braccio la bottiglia da 750 ml di un noto produttore toscano, con azienda agricola e frantoio. La bottiglia è collocata troppo in alto per lei.
“Sa, non sta bene far cadere una bottiglia d’olio, porta male”, mi dice.
“Ecco, Signora”, e aggiungo: “Ottima scelta”.
E lei: “No, debbo guardare bene se è italiano”.
Io: “Lo è, Signora. Ed è anche molto buono l’olio che ha scelto”.
Lei, in risposta: “Controllo l’etichetta. Sull’olio se ne sentono tante. Troppi imbrogli. Lo colorano, sa?”
Fin qui mi limito a narrare lo scambio di battute intercorso tra me e la Signora. Nell’atto di congedarla, le dico: “Lei è molto attenta, Signora. Brava, fa bene, controlla con attenzione tutte le etichette di ogni merce esposta, prima dell’acquisto. Si fa così, meglio essere sicuri di ciò che si compra”.
E lei, candidamente: “No, no! Solo l’etichetta dell’olio debbo controllare. Il resto è tutto in regola. Così ho sentito dire in televisione. L’olio lo sofisticano tutti, ormai. Deve comparire la scritta italiano, per essere sicuri”.
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