Olivo Matto

Ritmi frenetici

Luigi Caricato

Sono sempre a scusarmi con tanti per i miei molti impegni, costringendomi sempre a relazioni rapide e alla dilatazione dei tempi. Non so com’è, ma mi sento sempre stretto dalle incombenze quotidiane. Confesso tuttavia che mi piace avere ritmi così intensi. Vediamo di fare il punto: oggi, 4 giugno, presento, con lo chef Claudio Sadler, il libro di Giovanni Zucchi edito da Lupetti, L’olio non cresce sugli alberi – titolo bellissimo, libro interessante e capace di affermare novità sostanziose, mettendole nero su bianco. Vi si affronta il tema del blending. Chi vuol saperne qualcosa di più venga alle 18 a Milano, presso la storica libreria Hoepli, tra le migliori se non la migliore tra tutte le librerie. Sarà presente l’autore. Poi domani mi imbarco in direzione Marsala, perché la mattina di sabato 6 giugno coordino i lavori di un convegno tavola rotonda da me organizzato, come Olio Officina, nell’ambito di Enovitis in Campo. Chi è in Sicilia faccia un salto, presso il Baglio Biesina. Il tema: “Una nuova olivicoltura. Più moderna, funzionale e redditizia”. Ci saranno con me i professori Tiziano Caruso e Paolo Inglese dell’Università di Palermo, il presidente del Comitato promotore dell’olio Igp Sicilia Maurizio Lunetta, il direttore generale dell’Irvoss, l’Istituto Regionale Vini e Oli, Lucio Monte, nonché il presidente di Cofiol, il Consorzio Filiera Olivicola, Manfredi Barbera. Saranno affrontate questioni urgenti, come sempre in olivicoltura, settore in costante regressione per mancanza di investimenti e di fame di futuro. Non finisce qui: il 10 giugno sarò a Monopoli, per presentare il mio Atlante degli oli italiani, ma soprattutto per dare corpo e vitalità alla proposta di una Igp per l’olio pougliese, con me Massimo Occhinegro, tra i più competenti esperti di marketing dell’olio da olive, e il professor Salvatore Camposeo dell’Università di Bari e il presidente di Unapol (senza la r) Tommaso Loiodice. Il giorno successivo, l’11 giugno, tappa a Bari, a Villa La Rocca, in via Celso Ulpiani a Bari, dove sarà ancora una volta l’Atlante degli oli italiani il protagonista, grazie a Dora Desantis, di Agridè, e con lei ci sarà anche l’Accademia dei Georgofili (con il professor Vittorio Marzi), l’Accademia Pugliese delle Scienze (con il professor Eugenio Scandale) e in felice chiusura il professor Giovanni Paolo Martelli, che relazionerà sul tema “Xilella: la dolorosa istoria”. Non finisce qui, perché sarò anche impegnato in altre tappe, ma non voglio che questo post si riduca a una serie incalzante di informazioni che mi riguardano. E’ solo per dire che la parola “ritmo” per uno come me che ama l’ozio è una costante. Mi preme però dirvi che il 15 giugno sono all’Expo per presentare gli oli liguri, e sempre all’Expo, l’1 luglio presso la “Casa Corriere”, del Corriere della Sera a Expo, presenterò l’Atlante degli oli italiani e parlerò dell’olio del futuro. Nel frattempo potete prendere visione delle cartoline (QUI e QUI) di Olio Officina Festival, cui sto lavorando, la quinta edizione sarà per gennaio 2016, dal 21 al 23. Ritmi intensi, dunque. Alle volte mi chiedo a che pro. Tutto quello che faccio per comunicare l’olio si sfalda ogniqualvolta Coldiretti, con i suoi gruppi satelliti e gli adepti, sbroccano in tema di olio, infangandone il comparto, gettando solo luci sinistre. Quanta pazienza occorre avere: da una parte c’è chi, come me, cerca di edificare, di elevare un inno all’olio da olive, e altri per contro intenti a distruggere una reputazione, parlando di olio solo in negativo, distruggendo così il sapiente lavoro di tanta gente per bene che ci crede ancora e ci crede tanto. Poi non dite che io ce l’abbia con Coldiretti: sta distruggendo l’anima rurale del Paese, attraverso una distorsiva attività di propaganda senza freni, con la complicità delle Istituzioni e nel silenzio generale di molti, pavidi o complici attivi. Alla fine c’è da chiedersi a cosa servano tutti questi ritmi così intensi, così faticosi, se poi dall’altra parte ci si muove in maniera grossolana e maldestra. Può l’impegno di pochi salvare un settore alla deriva? Non lo so, io intanto faccio la mia parte, con tutto me stesso, senza usufruire di aiuti della politica. Credo ancora in un mondo migliore, diverso da quello che ci appare nella sua cruda realtà.

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