Olivo Matto

Ritrovare buon senso, dignità e ragionevolezza

Luigi Caricato

Quest’oggi è uscito il nuovo numero di Teatro Naturale, e l’editoriale a mia firma si intitola “Silenzio“. Ebbene, ieri ho voluto fare silenzio, perché fa bene all’anima. E così ho voluto saltare il consueto post quotidiano, quale forma sana e restaurativa di digiuno. E’ stata infatti così bella l’esperienza bolognese, perfino rilassante, in occasione della presentazione della nuova rivista “Karpòs“, oggi in edicola con i quotidiani QN, “Il Giorno”, “La Nazione” e “Il Resto del Carlino”. Ieri ho voluto concedermi un po’ di silenzio ma poi oggi, scorrendo tra i tanti miei articoli pubblicati, ne ho notato uno che non vi avevo segnalato, tratto dalla rivista “Terre del Vino” e di cui vi riporto qui il titolo: “L’Italia dell’olio non deve, non può avere paura”. Ci sono troppe incertezze ed esitazioni. Il nostro Paese avrebbe bisogno di ritrovarsi. E sapete perché?

Perché sta perdendo la propria identità più vera, il proprio coraggio e quella temerarietà che un tempo ci contraddistingueva. Oggi siamo un po’ tutti sulla difensiva, e siamo perfino un po’ balordi negli atteggiamenti. Siamo costretti perfino a difenderci, dal’interno e dall’esterno.

Dall’interno: pensate ai danni causati dall’articolo di paolo berizzi sul quotidiano “la Repubblica” dello scorso 23 dicembre (leggi qui , qui e qui); in Cina è sorto un caso intorno all’olio italiano, e in qualche modo si è cercato di rimediare. Ma non basta.

Dall’esterno: non c’è tregua ai continui attacchi. Gli italiani passano per bugiardi e per impostori, ma sappiamo bene che non è così. Non siamo meno imbroglioni di altri popoli, semmai siamo molto autolesionisti, questo sì. Ecco cosa si legge, tanto per fare un esempio un po’ datato, nel libro Storia delle olive di Mort Rosenblum, edito in Italia da Donzelli, nel 2007. A proposito di una dichiarazione resa all’autore del libro dallo spagnolo Jesùs Cuervas Garcia, si legge il seguente passaggio:

“Gli italiani sono affascinanti”, mi disse. “Sono rapito dalla loro cultura. Ecco un popolo che ama i propri ulivi. Ma sono i più grossi bugiardi al mondo. Sanno tutti che mentono. E’ il loro mondo, la loro vita. Questo permette la gigantesca frode, assolutamente incredibile, che riguarda tutta l’Italia”.

Siamo proprio sicuri che sia così pertinente il giudizio malevolo di questo signore spagnolo, riportato con qualche non proprio celata soddisfazione da Rosenblum?

L’Italia non è fatta di solo ombre. L’Italia sana e virtuosa c’è, ma deve ancora ritrovarsi. Aiutiamoci a recuperare quel senso di dignità che ci ha contraddistinto da sempre e che ultimamente nascondiamo anche a noi stessi.

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