Organizzare un grande evento come Olio Officina Food Festival è molto impegnativo, ti assorbe tantissime ore della giornata. Si arriva a lavorare anche fino a 18 ore al giorno, talvolta di più. Segno che quando si ha voglia e piacere di creare qualcosa di buono, partendo dal basso, compiendo piccoli ma significativi passi per volta, tutto diventa possibile. Ciò che manca al comparto dell’olio, è proprio questa tenacia, ma anche una tensione positiva che punti a guardare sempre lontano e a qualcosa da costruire per il bene comune. Io non accetto, e di conseguenza rifiuto, tutti coloro che, incapaci di costruire qualcosa, scelgono la strada più facile per farsi notare – come è d’altra parte più comodo, e come fanno taluni – puntando a rimarcare solo agli elementi negativi, che pur ci sono, e a raccogliere ed esternare lamenti, o a sparlare del prossimo – mettendo in evidenza solo le ombre dell’olio, gli aspetti più oscuri e controversi, con l’unico scopo di dimostrare che sono vivi e che stanno lavorando a favore dell’olio, celando il fatto che lavorano in realtà per se stessi. Il mio approccio è tutto orientato al positivo. Intendo creare elementi di novità, non replicare il già detto, non prestandomi a fare il megafono dei potenti. Io credo fortemente in ciò che faccio, e ne sono orgogliosissimo. Per questo mi rivolgo a persone positive e propositive, serie e oneste verso se stesse e verso gli altri, a coloro che insistono nel coltivare i sogni per renderli frutti dolci e buoni da gustare e condividere con gioia e con puro sentimento di fratellanza.
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