Olivo Matto

Un’estate con Nicola Dal Falco

Luigi Caricato

Un’estate con Nicola Dal Falco

Mentre i lavori di preparazione all’evento Olio Officina Anteprima, in programma a Massarosa domenica 29 settembre, sono in corso, i lettori del portale di Olio Officina Food Festival hanno trascorso quest’anno un’estate all’insegna dello scrittore Nicola Dal Falco. Ci ha condotto per mano raccontandoci la storia dello chef Filippo La Mantia e della strana coppia del gatto e della volpe, ovvero di aglio e cipolla, fondamentali nel galvanizzare con il loro aroma odorato e gusto , tradendo la bellezza, forse un po’ ingenua, di tutti gli altri sapori. Ha incontrato per noi lo chef Ciccio Sultano, che dopo l’amore per la cucina di strada ha svelato quello, non meno fascinoso, della cucina illegale e della cucina di convento. Sempre restando a Ciccio Sultano, il patron del ristorante “Duomo” a Ragusa Ibla, ha presentato la ricetta delle sarde a beccafico, partendo da una idea del maestro Martino coquo olim del Reverendissimo Monsignor Camorlengo et Patraiarca de Aquileia. Ma Dal Falco ci ha parlato anche dei vini prodotti a Salina da Antonino Caravaglio, produttore di un vino “nudo”, una malvasia che è la quintessenza della geografia umana delle Eolie. Questo omaggio a Nicola Dal Falco è doveroso, infaticabile nel presentare in un tour per l’Italia, la più recente tappa a Ortisei, il secondo volume dei Miti ladini: Le Signore del Tempo, che potete gustare qui, in un video, e di seguito leggere, cliccando qui, una ampia presentazione del libro. Per chi voglia ascoltarlo, incontrandolo di persona, non mancate l’appuntamento di Massarosa. E intanto, per chi ama l’olivo, ecco una sua lirica dal titolo “Olivo”.

olivo

sente il cielo da terra, non sale

piuttosto si espande, carica di sé,

di eterni bagliori il vento quando

rovescia le foglie da cupo metallo

ad argento fine; lentamente

arricchisce il bifolco e senza un gemito

schianta di gelo; dà alla campagna tutta

un sembiante di cosa viva, discreta,

come di solido gregge, belante a sera:

pianta gentile, dunque, che vendemmi

a mano piena, chiudendo il palmo

e scivolando lungo il collo d’ogni ramo

carico di perle d’ambra e d’ossidiana,

più che di donna è il profumo che lascia,

simile ad un fiore che fugga.

Nicola Dal Falco

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