Olivo Matto

Un ordigno per intimidire, esprimete solidarietà a Laura La Torre

Luigi Caricato

Un ordigno per intimidire, esprimete solidarietà a Laura La Torre

E’ accaduto questo. Giovedi 14 febbraio qualcosa non è andata nel verso giusto in via Quintino Sella. Negli uffici dell’Icqrf, la sede dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, c’è stata una esplosione inattesa. Il fumo ha invaso la stanza di Laura La Torre. Una fiamma si alza e crea il panico. Il respiro che a stento si trattiene, la paura incombente. Non si capisce bene cosa stia accadendo. Nessuno pensa alla possibilità di un ordigno. L’obiettivo è la stanza del direttore generale per il riconoscimento degli organismi di controllo e certificazione. Si tenta di spegnere la fiamma. Si fa il possibile affinchè il fuoco non si propaghi. L’impianto anti incendio va in tilt. Arrivano gli artificieri, mettendo i locali in sicurezza. Parte l’indagine delle forze dell’ordine, scatta la denuncia da parte della dottoressa La Torre. Sporge querela contro ignoti. E’ una donna che si è distinta per professionalità e dedizione. Per punire la sua bravura, la politica l’ha promossa affidandole incarichi prestigiosi, ma le sottraggono il personale per poter operare. Accade di tutto. C’è una parola per definire il tutto: mobbing. Le donne quando sono brave spaventano. Se sono libere, spaventano ancor di più. Non è un caso che la notizia sia passata sotto silenzio, o comunque sia stata minimizzata, quasi fosse un incidente, non un atto di intimidazione. Ma un ordigno è un pur sempre un ordigno, seppure rudimentale nel suo aspetto. Per fortuna mancava l’esplosivo. Si è trattato solo di un atto intimidatorio. Non c’è spazio per equivoci. La signora La Torre ha dato molto anche al mondo dell’olio. Per questo l’hanno isolata. Le pressioni della politica – quando esercitate: cioè, sempre – funzionano. Chi è libero, subisce l’isolamento. Questa è l’Italia. Nessun gesto di solidarietà da parte del ministro Mario Catania, impegnato per un seggio in Parlamento. Cosa sarà mai la presenza di un ordigno in uno degli uffici che fanno riferimento al suo dicastero. Nemmeno una telefonata in forma privata, anche solo di facciata. Per pura ipocrisia. Le associazioni femminili non hanno potuto dare conforto a Laura La Torre. Nessuno sembra sapere nulla. Questa è l’Italia dell’anno 2013. Viviamo in un Paese vinto dall’indifferenza e sovrastato dalla politica. Si depredano risorse e si scuotono le anime dei giusti. Se siete persone per bene, indignatevi pure. Reagite. Denunciate l’atto intimidatorio esprimendo piena solidarietà alla malcapitata protagonista del grave gesto. Non lasciatevi intorpidire dall’indifferenza.

Luigi Caricato

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