Saperi

Buona “Vitae” a tutti

Una rivista da seguire con attenzione. E’ la voce ufficiale dei sommeliers dell’Ais. Un concept editoriale ben articolato, che contraddistinguerà la prossima guida ai vini. Spazio anche per l’olio da olive

Luigi Caricato

Buona “Vitae” a tutti

Io ero presente, il giorno della presentazione al Vinitaly, lo scorso lunedi 7 aprile. La nuova nata in casa Ais, Vitae, è stata accolta con grande sorpresa, accompagnata da una formula vincente, un misto tra parole e degustazioni: vino, birra e olio. Io stesso ne ho fatta una, di degustazione, alla presenza di oltre 220 delegati Ais. Una platea attentissima. Ho presentato in particolare un extra vergine Dop Garda, il Fondo Brè dei marchesi di Canossa. Ero tentato da un olio dal frutatto intenso, ma ho poi ho preferito un olio dal frutatto leggero. Si consumano troppe ingiustizie sui fruttati leggeri, fortemente penalizzati.

Io all’esordio pubblico di Vitae ho partecipato anche nella veste di colaboratore. Nel primo numero, datato marzo 2014. Il numero uno, spero di una lunga serie, dove compaio con un articolo che non lascia spazio a equivoci: “Un piano Marshall per l’olio da olive”. Vi riporto un passaggio, quello conclusivo, del mio articolo:

Ciò che mi piace e apprezzo di più di Ais – rispetto a realtà analoghe del mondo dell’olio, ma non altrettanto determinanti – è la visione popolare che la contraddistingue. L’aver aperto a un pubblico vasto, molto spesso di non addetti ai lavori, è stata la carta vincente. Ed è quanto è necessario compiere anche sul fronte dell’olio, dove ci si sta invece impaludando, inchiodandosi sui tecnicismi, ma senza aver finora consentito quel salto di qualità verso una cultura diffusa – appunto: popolare – da compiere il prima possibile, in modo da rigenerare il vetusto mondo dell’olio e salvarlo dalle proprie ombre.
Ci vuole un “piano Marshall” per l’olio da olive, ecco cosa occorre. Un piano che serva a restaurare, ringiovanire e rilanciare un comparto che non ha più energie per andare avanti. Più che risorse economiche, servono studio, buona volontà, ottimismo, tante idee e una sana creatività.

Ebbene, con grande orgoglio ci tengo ad annunciare l’esordio di Vitae, e mi auguro possa avere lettori anche al di là dei soci sommeliers. Io credo fortemente nell’Ais, l’ho detto a voce, e lo scrivo qui, in modo che siano al corrente anche coloro che si occupano di degustazione dell’olio. L’approccio di Ais è il migliore che si possa immaginare, paerto al grande pubblico, rendendo così popolare un sano approccio al vino, sano nel senso di orientato a cogliere glie elementi migliori di un vino, il contrario di qual che accade con l’olio, dove tutto parte dal cogliere i difetti, il lato meno riuscito di un olio, le anomalie, le sensazioni sensoriali poco gradevoli, se non addirittura sgradevoli.

Con Vitae credo si delinei una nuova fase. Il nome della nuova rivista ufficiale dell’Associazione italiana Sommeliers si apre a molte letture. E’ una rivista di grande formato, dalla grafica molto innovativa e accattivante.

“La rivista – si legge in una nota di presentazione – mantiene l’elevata qualità della precedente esperienza, esprimendo tuttavia un approccio innovativo, più attuale e fresco, capace di interpretare le nuove sensibilità emergenti, senza essere autoreferenziale. Una rivista di contenuti che si apre al nuovo, alla scoperta del mondo che cambia, affrontando con ferma lucidità anche le criticità del proprio settore. Una rivista dei Soci, per i Soci, ma anche per gli esperti e per la grande platea di appassionati”.

Poi, per chi è al corrente delle recenti cronache, con la fuoriuscita di un corpo estraneo allo spirito originario di Ais – e mi riferisco, senza tanti giri di parole, alla neocostituita fondazione che fa capo a Franco Ricci – il valore della rivista Vitae assume una importanza in più. Leggo sempre dalla nota diffusa dall’Ais: Vitae è una “rivista che torna a essere la voce dell’Associazione e che non ha bisogno di rendere il vino più seducente perché è nella sua autenticità che risiede il vero fascino”.

Per salutare Vitae, vi esorto a seguire la pubblicazione abbonandovi. Fatelo a partire da questo indirizzo email: vitae@aisitalia.it. Vitae è un nome – si legge nella nota – “che evoca l’universalità delle cose e che il solo pronunciarlo chiama in causa valori condivisi. Si pronuncia vite, come la nostra amata pianta, ma è scritto vitae, come il plurale e il genitivo latino del termine vita, ae.
Nella “t” del nome si traduce graficamente la forma e l’espressione di una vite, un guyot, un simbolo che rappresenta tutta la forza iconografica dell’intero progetto. Il nome è ovviamente, dal punto di vista semantico, una classica sineddoche: parlerà di vite in senso tecnico e in senso più ampio della vita del vino, del suo mondo, di storie raccontate, di vite e di esistenze, quelle dei suoi attori. In altre parole, una rivista di vite e di vita aessa dedicata. E questo, secondo noi, è fare davvero cultura del vino”.

Da parte mia, la gioia di collaborarvi, con la rinnovata conferma di quanto sia bravo e coraggioso il presidente Antonello Maietta, nel credere in una rivista autonoma, interamente basata sulle risorse interne dell’associazione Ais, senza accogliere la pubblicità delle aziende vinicole. Per il resto, non rimane che sfogliarla. E’ un consiglio che estendo ai saggi, attenti e sensibili lettori di Olio Officina Magazine.

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia