Saperi

Diciamo basta!

“Stop alla comunicazione negativa sull’olio di oliva”, è un nuovo gruppo aperto su facebook, curato da Massimo Occhinegro e dedicato a un prodotto della terra spesso svillaneggiato proprio da chi vorrebbe tutelarlo. Resta da chiedersi il perché permanga tuttora in Italia la tendenza al masochismo

Olio Officina

Diciamo basta!

Stop alla comunicazione negativa sull’olio di oliva. Diciamo basta! “Abbiamo scelto l’immagine di copertina”, scrive l’esperto di marketing Massimo Occhinegro, curatore del gruppo. “L’effetto di un carico mediatico negativo sull’olio di oliva è equiparato ad un boomerang in mani sbagliate, ossia nelle mani di persone irresponsabili, guidate da persone senza scrupoli che non pensano minimamente alle conseguenze che ne potrebbero derivare dall’uso improprio ed incosciente”.

Occhinegro non è alla prima esperienza su facebook, ha all’attivo altri tre gruppi, tutti di successo.

Il primo: Noi che vogliamo l’unione del comparto olio di oliva

Il secondo: Olio & Bufale

Il terzo, in lingua inglese: Why olive oil is the best and healthy dressing and cooking

Il quarto, da poco on line, ed esattamente dal 10 marzo, ha appunto per titolo: Stop alla comunicazione negativa sull’olio di oliva. Diciamo basta!

“Il gruppo – si legge nel testo di presentazione – intende fermare questo continuo massacro dell’informazione mediatica sul settore dell’olio di oliva italiano. Una continua comunicazione negativa non fa altro che rovinare l’immagine positiva che il settore è riuscito a costruire in diversi decenni. Ormai non c’è trasmissione televisiva o giornale o rivista o social che non parli dell’olio di oliva in chiave negativa anche enfatizzando a dismisura episodi minori o inesistenti.

Tali comunicazioni hanno un grande effetto negativo tanto nei consumatori nazionali quanto in quelli esteri, creando un senso di generale sfiducia nei confronti di tutte le produzioni nazionali in modo assolutamente trasversale. Ad avvantaggiarsene sono i concorrenti produttori di altri Paesi in primis la Spagna. Sul fronte dei consumi si è verificato , sulla base delle statistiche ISTAT degli ultimi 5 anni, una netta diminuzione delle vendite di olio di oliva sia a livello di quantità che in valore; al contrario gli oli da seme hanno subito un incremento sia in quantità che in valore.

Per poter rilanciare il settore è fondamentale parlare delle cose positive intorno agli oli da olive, fermo restando ovviamente la lotta alle frodi che caratterizza il settore in maniera fisiologica così come succede in altri comparti quali ad esempio quello vinicolo, caseario eccetera. Ma in questi ultimi due casi, in maniera sorprendente, non c’è lo stesso accanimento mediatico il che induce a pensare che dietro a questa focalizzazione sul comparto oleario, ci sia una qualche regia che evidentemente trae benefici dalla divulgazione di sole notizie negative.

Se vogliamo cercare di restituire il giusto valore agli oli da olive dobbiamo quindi impedire che si possa fare una comunicazione a senso unico negativo del settore , diversamente sarebbe la fine del comparto ovvero un continuo trend negativo delle vendite degli oli da olive per il nostro settore e per l’Italia”.

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