Saperi

Dov’è Dio se c’è il male?

Questa lacerante domanda se l’è posta lo stesso Papa Francesco a Cracovia, durante la “Via Crucis”, al termine di una giornata intensa e soprattutto dolorosa, perché avvenuta subito dopo la visita ai campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau

Sante Ambrosi

Dov’è Dio se c’è il male?

Dov’è Dio se nel mondo c’è tanto male? Questa domanda ha radici antiche e profonde. Basti sfogliare anche superficialmente un po’ di storia e soprattutto un po’ di letteratura dall’antico mondo culturale al nostro: il tema del dolore e la domanda del perché questo destino che è toccato all’uomo, con la conseguente domanda: perché Dio permette tanto dolore? Tutto il dolore, da quello fisico a quello morale, dalle morti naturali a quelle causate dall’odio e dalle vendette. Le spiegazioni che si sono succedute nei vari momenti della nostra storia sono state tante e di diversa provenienza, tutte, però, non pienamente soddisfacenti.

Certo è che con quello che è avvenuto con i campi di sterminio ad Auschwitz noi ci troviamo di fronte a un male che venne definito come “Male Assoluto”, oppure come la “Banalità” del male. E dopo questo evento drammatico divenne ancora più difficile giustificare sia l’uomo e le sue responsabilità, ma anche la presenza di Dio nella storia dell’umanità. Come è stato possibile tanta violenza e tanto odio, e non una sola volta, ma in un crescendo, almeno per certe aree della nostra storia.

Di fronte allo sterminio perpetrato ad Auschwitz tutta l’umanità è entrata in profonda crisi e ha cercato delle risposte non consolatorie, C’era poco da consolare. Alla fine della seconda guerra, soprattutto la Germania si è posta le domande più tremende: come è stato possibile dalla nostra storia e dalla nostra cultura, come è stato possibile dalla nostra cultura religiosa e dal nostro concetto di Dio. Sì, perché venne subito la domanda: come potè Dio tollerare una simile violenza e disumanità. Non solo questa, naturalmente. Da qui la domanda che anche Papa Francesco, ma non solo lui, e non è certo il primo a farsi questa domanda: “Dov’è Dio?”.

Si potrebbero ricordare contributi numerosi e qualificati sul tema, da Primo Levi e Dietrich Bonhoeffer a Elie Diesel, e si potrebbe continuare. Sulle ragioni culturali è intervenuto con tutti i suoi romanzi Thomas Mann, opere di non facile lettura, ma che scavano nel profondo di una cultura che nel suo splendore certamente straordinario, prese tuttavia una direzione che lo precipitò nel baratro profondo. Ma non vogliamo soffermarci. Sulla linea del grande Thomas Mann, vorrei ricordare un altro grande pensatore tedesco che come Mann si oppose fin da subito al regime nazista, e anche lui dovette lasciare la sua Germania.

Ebbene, terminata la guerra, e di fronte a tanta disperazione, venne chiamato a Berlino per parlare di Dio, per rispondere alla domanda: “come è stato possibile e come si può giustificare la presenza di Dio con tanto male?” Di fronte a un pubbico angosciato, disse cose che vale la pena ricordare.

Per approfondire vedi anche QUI

In apertura un particolare di un’opera di Nicola Dal Falco (Dinanzi al tempio)

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