Saperi

E’ sempre stato in casa

Silvia Ruggieri, esperta di turismo, si confessa. Con i nonni produttori in Sicilia, non posso che accogliere, nei mie pasti, l’olio ricavato dalle olive. Per me è il profumo l’elemento caratterizzante, grazie al quale ne resto attratta e affascinata

L. C.

E’ sempre stato in casa

Dopo un’esperienza di lavoro più che trentennale nel settore della Finanza Internazionale presso Banche Estere, che le hanno permesso di viaggiare e visitare il mondo, nella seconda parte della sua vita ha scelto di dedicarsi al turismo. Dopo aver frequentato un Master negli USA e fatto degli studi a Milano, si è specializzata nella Microricettività (Bed and breakfast) e nel turismo di nicchia, incluso Marketing, Comunicazione e Controllo Qualità delle strutture ricettive.

E’ esperta nella materia e consulente. Si prefigge di promuovere il turismo alternativo agli alberghi tradizionali, attraverso la diffusione e l’ampliamento dell’utilizzo dei Bed & Breakfast cercando di offrire qualità nei servizi e nell’accoglienza, con l’intento di diffondere l’arte di ospitare, valorizzando contemporaneamente usi, prodotti e costumi locali. Ne consegue una valorizzazione delle aree geografiche di interesse dal punto di vista ambientale (sfruttando l’utilizzo e la valorizzazione di strutture logistiche già esistenti), naturalistico, culturale ed enogastronomico. Ciò le permette di continuare a viaggiare e di conoscere luoghi e città sempre diverse.

Quale idea di olio lei si è fatta nel corso dell’infanzia? L’olio di quegli anni è stato quello ricavato dalle olive o un olio di semi?
L’olio c’è sempre stato in casa mia, ed è stato un olio da olive. Anche perché sono nata in Sicilia, terra di olivi e di tradizioni olearie consolidate nei secoli. I miei nonni avevano peraltro prorietà coltivate ad agrumi e olivi. Non ricordo di vae rmai visto oli da seme in casa, molto improbabile. Il primo contatto con l’olio che mi ricordi? Una grossa fetta di pane casareccio scaldato sul fuoco in campagna e condito con l’olio fresco di molitura.

Una curiosità: i sapori e i profumi dell’olio della sua infanzia coincidono con quelli che invece percepisce e apprezza oggi?
Non sempre. Anche perché il profiumo dell’olio lo abbino a quello fresco, appena franto. C’era un odore forte, molto pronunciato. Secondo me profumava di sole, lo associavo anche all’estate, perché era il periodo in cui non si andava a scuola e sis tava in campagna. C’è da dire che da bambina c’era un solo tipo d’olio, poi invece oggi c’è un’ampia gamma, così estremamente diversificata.

Cosa apprezza di più di un olio extra vergine di oliva?
Il sapore.

Quanto sarebbe disposta a spendere per una bottiglia di extra vergine?
In genere spendo dai 10 ai 15 euro, in base al tipo di olio che acquisto.

A tal proposito, per lei la bottiglia che frequentemente acquista di quant’è? Da 250, 500, 750 ml o da litro?
Prima la bottiglia da litro, adesso, in genere, quella da 750 ml. Anche perché utilizzo vari tipi di oli.

In tutta sincerità, senza alcuna senso di colpa o imbarazzo, qual è il suo condimento preferito tra tutti i grassi alimentari?
L’olio da olive. Decisamente.

Basta olio. Veniamo al suo lavoro. A cosa sta lavorando?
Mi occupo di turismo di nicchia e sto facendo una ricerca sugli ostelli della gioventù che stanno cambiando moltissimo, non essendo più luoghi squallidi come in passato. Nel nord Europa, Svezia, Norvegia, ve ne sono di veri gioielli cui dobbiamo ispirarci. Oltretutto sono anche frequentati da adulti, con prezzi accessibilissimi.

Per commentare gli articoli è necessario essere registrati
Se sei un utente registrato puoi accedere al tuo account cliccando qui
oppure puoi creare un nuovo account cliccando qui

Commenta la notizia