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I cambiamenti climatici ci preoccupano? Una possibile soluzione in un nuovo sensore laser

Il sensore, nato all’interno del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Cnr, e successivamente trasferito nello spin-off ppqSense, è il frutto di anni di risultati scientifici, brevetti e sviluppo. Lo strumento – dichiara Saverio Bartalini, primo ricercatore dell’Istituto nazionale di ottica del Cnr – apre a nuovi scenari per il controllo delle emissioni da fossili, e per via della sua ottima riuscita conferisce valore al nostro Paese e a coloro che hanno condotto le ricerche

Olio Officina

I cambiamenti climatici ci preoccupano? Una possibile soluzione in un nuovo sensore laser

Misurare con precisione la frazione di origine fossile e la quota biologica di carbonio nei materiali, dalle plastiche ai biocarburanti, o in oggetti più complessi come abiti e accessori, è una delle chiavi per limitare l’utilizzo del petrolio e degli altri combustibili fossili e mitigare il cambiamento climatico.

È proprio la rivelazione ultrasensibile del radiocarbonio-14C nei materiali che permette un tracciamento della loro origine biologica o fossile.

Tali misure, che finora richiedevano strumentazioni molto grandi e costose, come gli acceleratori per spettrometria di massa, ora si possono effettuare con sensori laser trasportabili e con sensibilità di misura mai raggiunte in precedenza.

Recentemente, lo spin-off del Consiglio nazionale delle ricerche ppqSense Srl ha consegnato il primo strumento completo commerciale per effettuare analisi di questo genere al RISE, l’Istituto di metrologia svedese di Göteborg.

Come spiega Saverio Bartalini, presidente della società fondata nel 2016 e primo ricercatore dell’Istituto nazionale di ottica del Cnr: “Utilizzando un bagaglio di molti anni di risultati scientifici, brevetti e sviluppo tecnologico, nato all’interno del Cnr e poi trasferito nello spin-off, abbiamo creato un sensore unico al mondo per prestazioni nella misurazione della rarissima anidride carbonica con radiocarbonio-14C. Lo strumento, divenuto commerciale e completamente trasportabile, apre scenari inediti per il controllo delle emissioni da fossili e per il mercato delle quote di anidride carbonica nel mondo. È necessario creare consapevolezza nei ricercatori riguardo all’opportunità e all’esigenza di trasferire i risultati delle ricerche più importanti per dare slancio all’innovazione, dando così maggiori prospettive ai giovani e creando valore per il Paese”.

Dalla partecipazione nello spin-off, il Cnr uscirà a breve, come previsto dal regolamento, ma con risultati di valorizzazione di grande rilevanza per il Paese.

A tale proposito, Cristina Battaglia, responsabile dell’Unità valorizzazione della ricerca precisa che “Con ppqSense si conferma il ruolo del Cnr nel sostenere la creazione e il consolidamento di imprese innovative, che valorizzano i risultati dei team di ricerca e sono capaci di generare valore e ricadute sociali positive in un settore strategico e ad alto impatto per lo sviluppo sostenibile”.

Paolo De Natale, cofondatore dello spin-off e dirigente di ricerca di Cnr-Ino, conclude che “È una grande soddisfazione dare un contributo concreto e significativo ad un settore così importante per il futuro come quello delle tecnologie per l’ambiente e la transizione ecologica. In una fase in cui l’Italia beneficerà di ingenti risorse per il rilancio della Ricerca e dell’Innovazione, attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sarà possibile non solo fare ricerca di eccellenza, ma anche sviluppare nuove tecnologie per affrontare le grandi sfide globali”.

La foto in apertura è di Olio Officina©

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