Il ritorno all’ora solare
L'introduzione dell'ora legale potrebbe sembrare una sorta di riadattamento moderno di quelli che erano in origine i ritmi delle antiche società agricole, quando ci si alzava all’alba e ci si ritirava al tramonto. E' stata la rivoluzione industriale a imporre orari fissi tutto l’anno
Alle tre di domenica 30 ottobre bisognava spostare le lancette indietro di un’ora perché si torna all’ora solare. L’introduzione dell’ora legale potrebbe sembrare una sorta di riadattamento moderno di quelli che erano in origine i ritmi delle antiche società agricole, quando ci si alzava all’alba e ci si ritirava al tramonto. E’ stata la rivoluzione industriale a imporre orari fissi tutto l’anno per uniformare i turni in fabbrica e gli orari dei treni.
Il primo a riflettere sull’opportunità di riadattare i ritmi di vita umani a quelli naturali fu Benjamin Franklin. Lo scienziato, inventore e politico statunitense nel 1784 scrisse alcune riflessioni sul tema, legate proprio al concetto di risparmio energetico. Bisognerà attendere più di un secolo però, prima che le idee di Franklin fossero formalizzate.
Per riadattare effettivamente i ritmi di vita umani a quelli naturali dovremmo intervallare, nell’arco della giornata, brevi periodi di sonno. In tal modo ci basterebbero anche quattro ore di sonno complessive al giorno per stare in ottima forma. Purtroppo la società attuale non è organizzata per poter adottare questo stile di vita.
Le criticità del nostro rapporto con il tempo non riguardano solo i ritmi di vita: anche lo scorrere del tempo costituisce un problema quando ne avvertiamo il flusso. Come liberarsi di questa sensazione che fa apparire il tempo una sorta di gabbia? L’unico modo è fare le cose con passione, condividere il tempo con altre persone, essere creativi e trasmettere agli altri quello che inventiamo.
Il tempo che trascorriamo conversando è un tempo infinitamente più intenso del tempo passato da soli. “La vita consiste nel ricevere, celebrare e trasmettere”, scrive Emmanuel Lévinas. Vivendo in questo modo si percepisce meno la prigionia del tempo.
La foto di apertura, nella sala dedicata all’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) presso il Musa di Salò, è di Luigi Caricato
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