Saperi

Il teatro naturale si allontana. Ricordando Giampiero Neri

La scomparsa del poeta Giampietro Pontiggia, in arte Giampiero Neri, è avvenuta la notte del 15 febbraio 2023. A vent'anni dalla morte del fratello Giuseppe Pontiggia. Due personalità di grande statura, che insieme hanno dato vita a un nuovo corso, originale, della letteratura italiana

Luigi Caricato

Il teatro naturale si allontana. Ricordando Giampiero Neri

Debbo molto al poeta Giampiero Neri. E proprio per una forma spontanea e immediata di gratitudine – pensando a lui, per onorarne la figura – ho dato nome nel 2003 alla rivista Teatro Naturale, un’esperienza editoriale fantastica, da me conclusa nel 2013. Dedicare il nome di una rivista mutuando il titolo del libro omonimo di Neri, Teatro Naturale, pubblicato da Mondadori nel 1998, è stato molto più di un omaggio. Sono riconoscente nei confronti di Giampiero Neri perché mi ha fatto conoscere un altro grande maestro, Giuseppe Pontiggia, in seguito divenuto un solido punto di rifertimento per me. I due letterati erano fratelli (Neri è uno pseudonimo). Da loro ho avuto molto di quello che sono diventato, perciò la scomparsa di Giampiero Neri (7 aprile 1927-15 febbraio 2023) la trovo una grande perdita, che avviene proprio a vent’anni dalla prematura scomparsa di Giuseppe Pontiggia. È incredibile come i due fratelli siano stati così fondamentali per la letteratura italiana. Pontiggia ha dato il via a una nuova visione di letteratura, aprendo a nuovi scenari. Con il libro L’arte della fuga Giuseppe Pontiggia ha aperto un varco, nel quale vi è entrato il fratello maggiore Giampiero (Giampietro Pontiggia) Neri, ripercorrendone la linea poetica. 

Interessante al riguardo quanto ha scritto la studiosa di Italianistica Daniela Marcheschi oggi, nel giorno della morte di Neri. Pensiero che riporto in toto:

“Quando si potrà dispiegare una storiografia letteraria del Novecento meno succube di cliché comodi o di opportunismi vari, talvolta fin troppo presenti nel campo dell’Italianistica, si dovrà pur indagare ulteriormente l’officina di sperimentazione formale dei fratelli Giuseppe e Giampiero Pontiggia (Giampiero Néri, come il colore) negli anni Sessanta: una delle più indipendenti e fertili in Italia per suggerimenti di lavoro, e capace di influenzare diversi autori dell’area lombarda. “L’Arte della Fuga” di Giuseppe Pontiggia (1961-1968) molto chiarisce della scelta poetica di Giampiero Neri, originale e alimentata da quel dibattito con il fratello. L’opacizzazione progressiva della poesia di Neri a partire dai primi anni 2000 è dovuta anche alla fine del colloquio letterario con il fratello Giuseppe (Peppo) e i critici che lavoravano insieme con loro e per loro. Per loro > cioè al servizio del loro lavoro letterario, per contribuire a farlo sviluppare al meglio in un dialogo, uno scambio culturale continuo. Quello che devono fare i critici, se compagni di strada degli autori e non loro parassiti. Letteratura come lavoro condiviso per far fiorire la vita nella sua pienezza, biologica, storico-sociale, culturale”. 

Ecco allora questo nostro omaggio alla memoria di Giampiero Neri, tra i massimi poeti del nostro tempo. Un “maestro in ombra”, come amava definirsi. Una voce che si svela in tutta evidenza nella brevità ed essenzialità dei suoi versi. Una figura di per sé anomala, tanto più in un’epoca in cui non c’era ancora il gran vociare di internet e i social network con tutti gli abusi del linguaggio erano ben di là da venire.

La poesia di Neri – a distanza dal suo esordio nel 1976 con il volume L’aspetto occidentale del vestito – appare come un faro che illumina le  coscienze, soprattutto in un contesto in cui tutti oggi hanno voce, e forse anche tanta, troppa, e nessuno vuol più restare in ombra.

A ben pensarci, è proprio quell’espressione “maestro in ombra” che mi ha sempre affascinato, sin dal primo giorno in cui ho conosciuto e frequentato Giampiero Neri, a partire dal 1984, ero studente universitario a Milano, all’Università Cattolica. Con lui è stato possibile portare avanti la rivista Juvenilia, da me fondata con due straordinari compagni di viaggio, il professor Pietro Conte e Nicoletta Bortolotti, fine scrittrice. Ecco, il senso dell’espressione “maestro in ombra”: restare in ombra per essere ricordati nel tempo. La sua poesia, sempre essenziale, è il perfetto antidoto di una società che ha smarrito il senso della parola.

 

La civetta è un uccello pericoloso di notte

quando appare sul suo terreno

come un attore sulla scena

ha smesso la sua parte di zimbello.

Con una strana voce

fa udire il suo richiamo,

vola nell’aria notturna.

Allora tace chi si prendeva gioco,

si nasconde dietro un riparo di foglie.

Ma è breve il seguito degli atti,

il teatro naturale si allontana.

All’apparire del giorno la civetta ritorna al suo nido,

al suo dimesso destino.

Giampiero Neri

7 aprile 1927-15 febbraio 2023

 

 

In apertura: Giampiero Neri. Foto di Luigi Caricato

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