Saperi

Il turismo dell’olio in Spagna

Rassegna stampa dall’estero. "L'oleoturismo è diventato la seconda raccolta delle olive", sostiene José Antonio Jiménez, direttore di Oleícola San Francisco a Begíjar. Molto interessanti le molteplici proposte disposizione di chi viaggia e ama stare tra gli olivi e visitare frantoi. Sul giornale La Tercera è stato dedicato un ampio spazio di approfondimento su un tema molto caro agli spagnoli

Olio Officina

Il turismo dell’olio in Spagna

Raccogliere le olive nei campi olivetati di Jaén, oppure semplicemente passeggiare tra gli ulivi secolari a Tarragona, o addirittura dormire in un frantoio del XVIII secolo a Teruel. La nuova tendenza è intraprendere un viaggio alla ricerca di aspetti meno conosciuti legati all’olio da olive.

“Secondo il Ministero dell’Agricoltura – si legge su La Tercera – la Spagna ha circa 340 milioni di olivi, che occupano un quarto della superficie di questa coltura nel mondo. Un paesaggio di frantoi, ettari, case coloniche e aziende olearie legate a un sistema agricolo ereditato da secoli. Oggi – si legge – intorno a questa cultura ancestrale, si moltiplicano le attività turistiche e gastronomiche. L’idea è quella di trasferire il successo dell’enoturismo nel mondo dell’olivo, di cui vengono coltivate più di 250 varietà, diverse tra loro come una Grenache e un Cabernet-Sauvignon”.

La Spagna – si legge nell’articolo – vanta ben 28 denominazioni di origine protetta, di cui 12 sono collocate in Andalusia, regione che è a tutti gli effetti la principale produttrice dell’intera nazione.

L’attenzione del giornale La Tercera si concentra in particolare su Jaén: “Con 586 mila ettari coltivati, la provincia di Jaén – nel sud della Spagna – ha fatto della cultura dell’uliveto il suo principale veicolo di promozione turistica. L’offerta è così ampia che il Consiglio della Provincia l’ha raccolta sotto il marchio Oleotour Jaén, una guida di frantoi, ristoranti, agriturismi, terme, musei, alloggi e percorsi come la Strada Verde dell’Olio, che attraversa il mare di olivi a Martos approfittando del percorso di una vecchia ferrovia tra Jaén e Puente Genil, a Cordoba.

Secondo José Antonio Jiménez, direttore di Oleícola San Francisco a Begíjar, il primo frantoio turistico dell’Andalusia, dal 2011 vengono offerte visite guidate a partire da 7,50 euro. I pacchetti comprendono una passeggiata nell’uliveto e una degustazione di olio (25 euro), ma anche esperienze nelle vesti di olivicoltori per un giorno (30 euro), un’attività che si svolge solo durante i mesi della raccolta. Ogni anno – spiega Jiménez a La Tercera– sono più di 8 mila i visitatori accolti nelle sue strutture: il 69% dei quali stranieri, provenienti da paesi come Stati Uniti, Cina o Giappone.

Questo, e molto altro, si legge sul giornale La Tercera. Si citano luoghi come Úbeda e Baeza, il Museo dell’olio d’oliva e della sostenibilità Terra Oleum, alla periferia di Mengíbar (ingresso a pagamento, 5 euro, con degustazione, 10 euro, laboratori del produtttore dell’olio, 27 euro), e poi altre attrattive nei centri di Arjona, Martos, Montilla e tanti altri luoghi noti e meno noti.

Si fa sul serio, perché c’è chi totalizza ben 7 mila persone intente a passeggiare tra gli olivi. Ovviamente si investe, come nel caso del cortijo Los Azules, dove vi sono quattro camere progettate da Philippe Starck (a partire da 165 euro).

Insomma, quando ci si impegna, i risultati sembrano arrivare. Per quanti vogliano leggere l’articolo “Los mejores planes de oleoturismo en España”, è sufficiente cliccare QUI.

La foto di apertura è di Olio Officina

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