Il vigneto sul Castello angioino
A Copertino campeggia in bella vista su bastioni e terrazze il vitigno Negroamaro. A credere nell’iniziativa, l’enologo Pizzolante Leuzzi e il presidente della cantina sociale della città salentina. Documenti storici raccontano che già in passato le mura e i camminamenti erano utilizzati come giardini pensili coltivati a uliveto e vigneto
Storia e innovazione maturano nel Castello angioino di Copertino sotto forma di cento alberelli di Negroamaro impiantati sui bastioni.
L’antica terrazza giardino torna a nuova vita, rigogliosa e profumata, con il Vigneto sul Castello, nato lo scorso aprile da un’idea dell’enologo Giuseppe Pizzolante Leuzzi e di Francesco Trono, presidente della Cantina Sociale Cupertinum, e realizzato in collaborazione con la direzione del maniero e con la soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici di Lecce.
Documenti storici raccontano che già in passato le parti alte dei bastioni, delle mura e dei camminamenti erano utilizzate come giardini pensili coltivati a uliveto e vigneto, il vitigno scelto è proprio uno deipiù antichi e rappresentativi del territorio: il Negroamaro Cannellino, riscoperto negli ultimi decenni.
Primo esempio al mondo, senza precedenti in Italia e all’estero, il progetto ha come fondamento l’idea di rilanciare il turismo valorizzando i beni presenti sul territorio.
Il castello, a pianta quadrilatera, fu realizzato negli anni trenta del’500, ed è uno dei complessi fortificati più importanti del territorio salentino, oggi vivo e antenna di riferimento culturale.
La Cupertinum, cantina sociale cooperativa nata nel 1935 , è da sempre legata allo storico baluardo, le bottiglie a Doc Copertino portano in etichetta come emblema il portale mentre i vini a Igt Salento sono dedicati a famiglie nobiliari vissute nel Castello.
Passeggiando sulle terrazze e tra i torrioni ci si immerge dunque nella storia di Copertino e delle colture del Salento copertinese, una sfida tutta nuova per riscoprire l’importanza storica della vitivinicoltura salentina in un contesto unico e denso di suggestioni.
Per la prima vendemmia bisognerà attendere un paio d’anni durante i quali “i bambini”, come li definisce l’enologo Pizzolante Leuzzi , saranno coccolati e si penserà al sistema più adeguato di vinificazione. Non resta che attendere dunque per degustare i calici di questa avventura . Magari stemperando l’attesa con una passeggiata nel vigneto e una visita al Castello. Di certo i tanti appassionati avranno già iniziato il conto alla rovescia.
La foto di apertura è di Cosimo Trono
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