Saperi

Il vino nei romanzi

Appena usciti, freschi di stampa, i nuovi lavori narrativi di Sveva Casati Modignani, con La vigna di Angelica, e il giallo di Giovanni Negri, Il vigneto Da Vinci, dove tra l’altro l’assasinato è addirittura il professor Attilio Scienza. Tanti gli autori che hanno scelto la bevanda di Bacco come protagonista. Senza trascurare il romanzo d’esordio di Monica Sommacampagna, L’Uomo senza etichetta, segnaliamo una serie di altri titoli ispirati al mondo enoico

Olio Officina

Il vino nei romanzi

Il vino entra in grande stile nella letteratura. Non è una novità, sia ben chiaro, ma ora, a differenza di un tempo, entra da protagonista principale, non da comprimario. Ripetiamo, a scanso di equivoci: ve ne sono tanti di titoli in cui il vino si affaccia con grande evidenza, pensate a La confraternita dell’uva di John Fante, pubblicato in Italia da Einaudi Stle Libero; oppure a Di viole e liquirizia, del compianto Nico Orengo, sempre da Einaudi. C’è da dire, tuttavia, che mai come in quest’ultimo periodo, sia il libro nella sua interezza, non alcune sue parti, a dare centralità ad ambientazioni che rimandano a vigne e cantine come luoghi in cui si sviluppa la storia.

I titoli narrativi ispirati al vino sono dunque tanti, ma intanto segnaliamo quelli editi in questi primi mesi del 2015. Il primo a uscire, in gennaio, è stato L’uomo senza etichetta, di Monica Sommacampagna, per Olio Officina; quindi Il vigneto Da Vinci, pubblicata da Piemme, terza opera narrativa di Giovanni Negri; e, a firma di Sveva Casati Modignani, La vigna di Angelica, per Sperling & Kupfer.

FRESCHI DI STAMPA

Sveva Casati Modignani, La vigna di Angelica, Sperling & Kupfer

E’ la storia di una famiglia e di una tradizione millenaria, il ritratto di una protagonista in cui rivivono le tante donne produttrici di vino del nostro Paese, intraprendenti e coraggiose.
Ecco cosa si legge nel risvolto di copertina: “Lunghi filari di viti si adagiano sui morbidi pendii di Borgofranco. Da due secoli la famiglia Brugliani è proprietaria di quell’antico borgo e di quelle vigne, curate con pazienza per trarne vini pregiati e inimitabili. A trentacinque anni, Angelica è l’erede della tradizione e del patrimonio famigliare. Madre, moglie, imprenditrice di successo: tutto sembra perfetto nella sua vita. Solo lei sa che dietro quella facciata si nasconde una zona d’ombra, fatta di menzogne – quelle del marito – e di sogni infranti. Una sera, mentre è in sella alla sua moto, l’amarezza e i pensieri pesanti prendono il sopravvento e Angelica, in preda al pianto, non si accorge che l’auto di fronte a lei sta frenando. L’urto è molto violento, ma per fortuna privo di conseguenze gravi, sia per lei sia per il conducente dell’automobile, Tancredi D’Azaro. Angelica non sa ancora che quel nome è sinonimo di alta cucina in tutto il mondo. Ed entrambi ignorano che, dopo quell’incontro fugace, il destino tornerà a intrecciare le loro strade, suscitando la tentazione di un nuovo inizio. Magari da vivere insieme, chissà: starà a loro scegliere, facendo i conti con il peso del passato e le responsabilità del presente, con il desiderio di cambiare e quell’istinto passionale che li anima. Perché la vita è fatta di sogni in cui perdersi e scelte in cui ritrovarsi, incontri che ci cambiano e passioni che ci riportano sulla strada di casa.

Giovanni Negri, Il vigneto Da Vinci, Piemme

Si tratta per l’esattezza di un’indagine del commissario Cosulich e coincide con la terza opera di Negri, autore in realtà già di altri libri, come Vinosofia. Una dichiarazione d’amore in 38 bicchieri e Il romanzo del vino, firmati insieme con Roberto Cipresso, o come Roma Caput Vini. La sorprendente scoperta che cambia il mondo del vino, scritto insieme con Elisabetta Petrini. Negri è un autore che scrive unicamente ambientando le proprie storie nel mondo enoico, forse anche perché è lui stesso produttore di vini in Piemonte, e in particolare di Barolo, Chardonnay e Pinot Nero a Serradenari, nelle Langhe. Giusto per la cronaca, Giovanni Negri è stato anche segretario del partito radicale, nonché parlamentare italiano ed europeo, oltre a essere il fondatore dell’Osservatorio laico.
Il nuovo romanzo, Il vigneto Da Vinci. Nella Milano che vive l’attesa febbrile dell’Expo, la scomparsa del professor Attilio Scienza, a sole due settimane dal suo discorso inaugurale della grande manifestazione, non è certo una buona notizia. Perciò al Viminale hanno subito pensato a lui: schivo, in perenne conflitto con i giornalisti che non ama, di poche chiacchiere e molti fatti, Cosulich è l’uomo che risolve i casi in tempi record. Il commissario si mette sulle tracce dello scienziato e subito comprende che il movente si cela in una scoperta di Scienza, ma le piste sono tante: la ricerca e il business agroalimentare globale, la genetica, gli ogm, in un turbinio di personaggi – ambigui o pittoreschi ma sempre avidi – che ruotano intorno all’evento di risonanza mondiale. Su tutte, Cosulich è però affascinato dall’interesse dello studioso per il vigneto appartenuto nel lontano Rinascimento a Leonardo da Vinci. Quasi un’ossessione, quella di Scienza, per il giardino nel pieno centro di Milano dove il genio produsse realmente il suo vino, mentre dipingeva l’Ultima cena. Saranno una lettera anonima e un crescendo di misteri a spingere Cosulich in un tunnel senza tempo ma dai protagonisti odierni e tutti molto, troppo interessati all’Expo. La malavita organizzata e un noto tycoon russo, un imprenditore dell’olio senza scrupoli e la giovane e ambiziosa assistente del professore, scienziati attempati e donne fatali…

Monica Sommacampagna, L’uomo senza etichetta, Olio Officina

Un talento naturale nel fiutare gli odori. Un naso sorprendente che lo guida nelle passioni della vita. Nella rocambolesca scoperta della sua vocazione umana e professionale, diviso tra le aspettative del padre e il forte legame con lo zio vignaiolo, Giacomo Botter si spoglia, pagina dopo pagina, di ogni pregiudizio e si imbatte in una parte di sé che non immaginava nemmeno gli appartenesse. Cresciuto a pane, vino e cerimoniali al Grand Hotel Miraval in Valpolicella, Giacomo si trova protagonista di un amore travolgente, proprio al culmine della sua ascesa da cameriere a raffinato intenditore di vino, negli anni d’oro dell’enologia italiana. Per lui è come la rivelazione di un mondo nuovo, dalle dinamiche non ancora esplorate. Invaghitosi della fascinosa e ambigua Augusta Rivalta, compagna di un noto e celebrato giornalista, Botter vive di aspirazioni e passioni, con un tormentato quanto inconsueto spirito di contraddizione. Dopo numerose sconfitte, approda in Sardegna e trova nell’amicizia con il critico Carlo Mattirana la forza e la determinazione per rialzarsi. E il suo naso gli rivela che il caso offre sempre opportunità e che le etichette sono spesso fatte per essere tolte.

INOLTRE

Dal momento che tre libri son pochi, segnaliamo anche altri romanzi “enoici”. Tra i più recenti, pubblicato nel 2014 da Newton Compton, quello di Daniela Farnese, A noi donne piace il rosso.

Daniela Farnese, A noi donne piace il rosso, Newton Compton

E se bastasse una telefonata a cambiare una vita? Ambra Miller ha ventinove anni, vive a New York e ha una vera passione per i libri e la buona cucina. Assorbita dal suo lavoro per un’agenzia pubblicitaria, conduce una vita piuttosto frenetica, sempre attaccata al suo smartphone e stressata dal desiderio di fare carriera. Basta dunque una telefonata inaspettata per mandarla in tilt: il nonno italiano è morto ed è richiesta la sua presenza il giorno del funerale. Persuasa dal padre a partire, quando giunge a Verona scopre di aver ricevuto in eredità un’azienda vinicola. La novità la spiazza: Ambra non sa nulla di vini e desidera solo tornare a New York, quindi, senza troppo rifletterci, decide di mettere in vendita la proprietà. Ma non ha fatto bene i calcoli… La scoperta di un Paese meraviglioso, l’incontro con la carismatica vicina, Beatrice e la scoperta di uno stile di vita diverso dal suo sembrano farla tornare una ragazzina in grado di passare un’intera giornata senza controllare le email o i messaggi sul telefono. E ritrovare Alessandro, giovane e affascinante viticoltore, compagno di giochi durante la sua infanzia, farà sorgere in lei più di un dubbio: potrebbe mai lasciare la vita oltreoceano e sconvolgere la sua esistenza?

Giovanni Negri, Prendete e bevetene tutti, Einaudi Stile Libero

E’ la seconda indagine del commissario Cosulich, pubblicato nel 2012. Ecco come viene presentato dall’editore: “Guarda le stelle, commissario Cosulich. Guarda le stelle. Ti porteranno conforto. E confusione… Torna il primo detective del vino e dintorni, alle prese con un caso che sembra un labirinto. Risolto un mistero, se ne apre subito un altro, all’infinito, fra il passato più buio e il futuro più inquietante. Fino a che una verità splendente e imprevista non lascia a bocca aperta il più smaliziato dei lettori. Chi ha tagliato i freni della Mini dove viaggiava Mario Salcetti, inventore in Franciacorta delle bollicine italiane? Che cosa aveva intravisto il sagace, beffardo Salcetti nei suoi viaggi tra i manoscritti miniati e le antiche abbazie d’Europa che hanno fatto la storia del Cristianesimo trionfante? Un terribile, spaventoso segreto, che la Chiesa vuol mantenere tale, o un gigantesco possibile affare sotto lontani, nebbiosi cieli? E che cosa significano due frasi latine a prima vista simili, ma che alludono in realtà a mondi del tutto diversi? Abbagliato dagli occhi di belle dame molto pallide, o molto determinate, tra investitori investiti del gravoso compito di guadagnare a tutti i costi, giornalisti famelici e una nube di altri pittoreschi personaggi, l’ex astemio Cosulich di una cosa sola può fidarsi. Della sua propensione a guardare le stelle.

Giovanni Negri, Il sangue di Montalcino, Einaudi Stile Libero

E’ la prima indagine del commissario Cosulich, pubblicata nel 2010, è anche la prima opera narrativa di Negri. Al centro della storia vi è l’assassinio di Roberto Candido, enologo di fama mondiale. La narrazione è ambientata nell’abbazia di Sant’Antimo, tra le vigne di Montalcino. Sotto un antico affresco con san Cristoforo. A indagare è chiamato il taciturno e colto commissario Cosulich. A cui tocca una bella gatta da pelare. Perché se c’è un winemaker assassinato, e se accorre la stampa nazionale e persino la Cnn, la faccenda è più grossa di quanto sembri. È un complicato giallo di vino, con troppi interessi di mezzo, non sempre puliti. Ma è anche un giallo divino, perché forse Candido si era imbattuto in cose proibite e sacrileghe. Una verità sepolta nel cuore più profondo della terra. Una verità che risale a tempi molto lontani, quando nei più antichi giardini cresceva la Prima Uva. Un romanzo che unisce al fascino del racconto dei luoghi più belli d’Italia, dalle terre del Barolo alla Franciacorta alla campagna toscana, un intreccio di storia, cultura, imbroglio, denaro e stupore.

Nico Orengo, Di viole e liquirizia, Einaudi

Sono i profumi del vino e della terra, prima di tutto, a dirci che questa è una storia di Langa. Poi l’ombrosità di una donna fragile e fiera, le curve tortuose delle colline, un debito di gioco, un duello all’ultimo bicchiere… In questa storia delicata e struggente, fatta di solitudini che s’incontrano e di sapori che vengono da lontano, la penna lieve e felice di Nico Orengo riesce a raccontare le ferite che la vita incide negli animi e nei luoghi, l’eco del passato che rimbalza su un futuro sconosciuto, la difficile arte di non perdersi mai completamente.

Gaetano Cappelli, Storia controversa dell’inarrestabile fortuna del vino Aglianico nel mondo, Marsilio

Il brillante Riccardo Fusco sembrava destinato a grandi cose e ora trascina la sua esistenza schiacciato dal successo della moglie regista che lo ha ridotto al ruolo umiliante di baby-sitter delle quattro figlie, tradendolo inoltre col primo attore di passaggio. Graziantonio Dell’Arco, una vecchia conoscenza del liceo su cui nessuno avrebbe scommesso una lira, è invece divenuto uno degli uomini più ricchi e famosi d’Italia. Ma anche lui ha i suoi guai, insolentito com’è dall’inimitabile dandy Yarno Cantini che lo ha additato alla nazione intera come il principe dei neo-cafoni. L’incontro fortuito tra i due amici di un tempo sembrerà dare a Riccardo una via di fuga dalla sua piatta esistenza catapultandolo nel mondo dorato del jet set, e a Graziantonio l’occasione di vendicarsi di Yarno, attraverso una storia piena di colpi di scena, dove in un esilarante gioco d’incastro tra presente e passato s’incontrano personaggi come Chatryn Wally Triny, la sofisticata critica newyorkese cui spetta di stabilire qual è il vino migliore del mondo, e la ributtante strega Lia la Bavosa detentrice dei segreti della magia lucana; l’avido latifondista Michelantonio Dell’Arco che da improbabile re del gas metano si trasformerà in re della gassosa, e il subdolo giocatore di biliardo Carmine Addario suo complice; l’artista Mikail Nikolaevic Trepulov, costretto a dipingere ritratti di Stalin e lo sfortunato pittore italiano Ernesto Dell’Arco.

John Fante, La confraternita dell’uva, Einaudi Stile libero

Pubblicato per la prima volta nel 1977, il romanzo ha per protagonista la figura granitica, ingombrante, di un padre, il vecchio tirannico e orgoglioso primo scalpellino d’America, almeno questo crede di essere. Un immigrato di prima generazione, Nick Molise, nel quale, come nel gruppo di suoi compaesani, Fante racchiude il ritratto più nitido della prima generazione italoamericana. Un mondo di uomini di testarda virilità, guardati con inorridita inquietudine dagli americani persuasi che gli italiani fossero creature di sangue africano, che tutti girassero con il coltello e che la nazione fosse ormai preda della mafia.

Georges Simenon, Maigret e il produttore di vino, Adelphi

Non ha avuto vita facile Oscar Chabut. Ha lavorato duro e, dal nulla, è riuscito a costruire un impero. E che importa se il suo Vin des Moines, miscela di vini del Midi e d’Algeria, fa storcere il naso agli intenditori? Moderni uffici in avenue de l’Opera, un appartamento in place des Vosges, una villa in campagna a Sully-sur-Loire, una casa a Cannes, amicizie altolocate: non male per il figlio di un oste del quai de la Tournelle bocciato due volte alla maturità. Aggressivo e sprezzante com’è, sempre calato nella parte dell’uomo d’affari insensibile e senza scrupoli, sempre pronto a ostentare la sua ricchezza e il suo potere, Oscar Chabut pare ci provi gusto a farsi odiare. Tanto più che non esita a portarsi a letto, oltre alle sue dipendenti, le mogli di tutti gli amici. Sicché, quando lo freddano con quattro colpi di pistola all’uscita di una lussuosa casa d’appuntamenti di rue Fortuny – dove si appartava ogni mercoledì con la sua segretaria -, nessuno si stupisce più di tanto. Ma come scovare l’assassino di un uomo che in pratica aveva solo nemici? Un vicolo cieco, si direbbe. E non è certo un caso che Maigret conduca questa inchiesta davvero impossibile febbricitante, vittima di un’influenza che sembra appannarne la leggendaria sagacia. Maigret, lo sappiamo, è più vulnerabile di quanto non si creda: e questa volta ha tutta l’aria di uno scolaro che si sente male il giorno dell’interrogazione.

Andrea Camilleri, Gocce di Sicilia, Mondadori

Zù Cola era davvero “pirsona pulita”? E perché a San Calò piace tanto il vino? Come finirà la sfida tra “Calibardi” e il “Signiruzzo”? In queste pagine Andrea Camilleri ci offre una serie di immagini della sua terra natale, la Sicilia: “gocce” distillate di un amore antico e radicato nelle quali brilla tutta la vivacità dell’ingegno e del carattere isolano. Che rievochi con affetto la figura dello zio “magico”, “u zz’Arfredu”, o che racconti divertito la strana guerra per la bandiera scatenatasi tra comunisti, democristiani e separatisti alla vigilia delle prime elezioni regionali in Sicilia, in ogni suo testo Camilleri fa risplendere quel funambolismo della scrittura, quel suo linguaggio inventivo, insieme barocco e popolare, siciliano e nazionale, che ne ha fatto l’autore italiano più letto e amato degli ultimi anni.

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