Saperi

Istintivo, umorale. Sincero

Pierluigi Rinaldi è la figura di riferimento della Raineri di Chiusanico, in Liguria. “Parliamo a un mondo che non ha interesse ad ascoltare né a imparare. Per l’Italia – precisa il noto imprenditore oleario – sono necessari cambiamenti radicali. Penso – dice – che si siano perse un sacco di opportunità

L. C.

Istintivo, umorale. Sincero

Pierluigi Rinaldi è nel mondo dell’olio da sempre. Anche se è nato Diano d’Alba nel settembre 1948. Una cittadina che, per chi ignorasse la geografia, si trova all’estremo lembo del Nord Ovest d’Italia, in provincia di Cuneo. Eppure l’olio da olive, visto che i piemontesi si riforniscono storicamente dalla Liguria, lo ha permeato al punto tale da aver messo su perfino uno spazio museale in azienda.
La passione è palpabile. Ad ascoltarlo si resta affascinati. L’incontro ufficiale con l’olio da olive? Ecco alcune date: 1975 -1985: Olio Rinaldi Sas, nell’azienda paterna, da rappresentante ad amministratore unico; quindi dal 1985 ad oggi: presidente e amministratore della Raineri SpA. Pierluigi Rinaldi è consigliere uscente di Federolio.

Quali sono i tratti migliori della sua personalità?
Dovrei chiederlo a chi mi frequenta e mi sopporta tutti i giorni. Forse mi salva la fantasia.

E le virtù che coltiva abitualmente?
Sarei ripetitivo, o, meglio, non so cosa dire!

Quali sono invece i suoi limiti, le pecche maggiori, gli impulsi più incontrollati del carattere?
Istintivo, umorale. Sincero.

I vizi invece ai quali non intende rinunciare per niente al mondo o, pur volendo, non riesce a rinunciare?
Le bollicine, ma solo metodo classico.

Un ricordo della sua infanzia che ancora le torna in mente?
La mia maestra delle elementari, Maria Borello.

Ora si passa al lavoro. Da quanto, e perché, si occupa di olio?
Da sempre. Nato e vissuto legato a questo prodotto per motivi economici e famigliari.

Crede davvero nel suo lavoro? C’è ancora in lei un senso di sano senso di entusiasmo e passione a motivarla? O qualcosa la turba e la impensierisce?
Sto perdendo l’entusiasmo e le speranze perché le “botte” prese hanno lasciato il segno.

Se il comparto olio di oliva non naviga in buon acque, come è ormai evidente (avendo perso valore l’olio extra vergine di oliva, e diventando di fatto, a parte le eccezioni, un prodotto commodity), lei cosa si sente di fare per reagire allo stato di immobilismo e incertezza attuali? Ha soluzioni per cambiare il corso degli eventi?
Ho provato per tutta la vita a trasmettere un minimo di conoscenza, finalizzata al bene comune. Ho capito che non interessa.

A proposito di olio extra vergine di oliva, cosa mette al primo posto: la qualità o l’origine?
Per la tipologia di prodotto e di utilizzo, sicuramente la “Qualità”.

L’olio da olive è un prodotto agricolo. Se tuttavia l’agricoltura è confinata in un ambito di marginalità, intravede una possibile occasione di riscatto per tale prodotto?
Purtroppo non più, perché le prime che non vogliono capire sono le organizzazioni agricole, politicizzate e legate a interessi che non sono quelli degli associati, o comunque degli agricoltori.

Se ci crede nei sogni, qual è allora quello che non ha ancora realizzato e che con ostinazione e instancabile coraggio insiste nel coltivare?
Confermo che sto rinunciando ai sogni. Mi restano quelli legati a questa attività.

In tutta confidenza: crede sia possibile realizzare il suo sogno, o è una pura utopia che va comunque coltivata pur di sopravvivere alle proprie aspirazioni?
Utopia. Pura utopia. Parliamo a un mondo che non ha interesse ad ascoltare né ad imparare.

Ciascuno di noi ha uno o più miti ai quali si affida per un proprio personale punto di riferimento. Qual è o quali sono i suoi?
Gianfranco e Massimo, amici di gioventù.

I libri (o, nel caso, il libro) che ritiene siano stati fondamentali nella sua formazione?
Non c’è un libro particolare. Nella mia formazione hanno inciso le persone, amici di gran profilo, che mi hanno guidato nella mia crescita umane e culturale.

Ancora una domanda, e si chiude: si può salvare l’Italia? C’è ancora spazio per la speranza?
La speranza? E’ l’ultima a morire. Per l’Italia sono necessari dei cambiamenti radicali. Penso che si siano perse un sacco di opportunità.

La foto di apertura è di Paolo R. Si ringrazia per la gentile concessione Chiara Rinaldi.

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