Saperi

L’inchiostro dorato dei ricordi

Nelle storie che mia nonna mi raccontava per sorprendermi – ci confida la giornalista Gabriella Della Monaca – vi sono storie di fatica e fantasmi che animavano la campagna salentina. Il condimento? E’ solo olio “da” oliva

L. C.

L’inchiostro dorato dei ricordi

Gabriella Della Monaca, giornalista professionista, è consulente per gli eventi speciali della Fondazione “La Notte della Taranta”, nonché presidente dell’Associazione Up-Uniti per il paeSaggio.
Ha guidato la redazione di Telerama dal 2000 al 2006, ed è stato coordinatore redazionale a Telenorba dal 2007 al 2012.

Quale idea di olio lei si è fatta nel corso dell’infanzia? L’olio di quegli anni è stato quello ricavato dalle olive o un olio di semi?
L’olio è l’inchiostro dorato dei miei ricordi. C’erano gli uliveti che separano Montesano, il mio paese, da Ruffano nelle storie che mia nonna mi raccontava per sorprendermi. Storie di fatica e di fantasmi che animavano la campagna.
C’era l’olio nella storia della mia famiglia, di un furto colossale avvenuto in una notte d’inverno: i ladri di olio entrarono indisturbati nella cantina dove il nonno di mia madre conservava la produzione pregiata di quell’anno. Quando sua moglie, Addolorata, andò a prelevare la quantità necessaria per cucinare, trovò acqua. L’olio era stato rubato mentre la famiglia dormiva al piano di sopra. E poi c’era l’olio che condiva la mia merenda quando accompagnavo mia nonna alla raccolta delle olive. L’olio che ancora oggi cerco di ritrovare.

Una curiosità: i sapori e i profumi dell’olio della sua infanzia coincidono con quelli che invece percepisce e apprezza oggi?
Non può tornare il profumo dell’olio che magicamente veniva fuori dalla spremitura perché era il profumo stesso della fatica di mia nonna e del suo sorriso davanti a quella cascata dorata che finiva nei recipienti per stare con noi tutto l’inverno.

Cosa apprezza di più di un olio extra vergine di oliva?
Il salutare beneficio che ne traggo quotidianamente. Consumo 20 grammi al giorno di extra vergine. In cucina, soprattutto per la frittura, utilizzo il vergine.

Quanto sarebbe disposta a spendere per una bottiglia di extra vergine?
Nel Salento, terra di ulivi, non andrei oltre gli 8 euro.

A tal proposito, per lei la bottiglia che frequentemente acquista di quant’è? Da 250, 500, 750 ml o da litro?
Quando lo acquisto, perché di solito utilizzo l’olio di mia produzione, preferisco la bottiglia da 750 ml.

In tutta sincerità, senza alcuna senso di colpa o imbarazzo, qual è il suo condimento preferito tra tutti i grassi alimentari?
Il condimento è solo olio “da” oliva. Dopo aver letto il suo libro, Libero Olio in libero Stato, con la preposizione non si può più tornare indietro.

Basta olio. Veniamo ai suoi impegni. Cosa sta seguendo?
Con la Fondazione La Notte della Taranta portiamo avanti il progetto “Il Cibo della Taranta”. E’ una nuova grande sfida: la pizzica, il ritmo della nostra terra, come vettore per l’enogastronomia di qualità del Salento. Grazie ad un accordo con Eataly e Camera di Commercio di Lecce, ogni volta che nei centri del gusto di Oscar Farinetti si esibiranno i musicisti dell’Orchestra popolare, ci saranno i produttori pugliesi a far “gustare” ai visitatori una paesaggio di folgorante bellezza. La prossima tappa sarà New York e ci sarà modo di dimostrare che il nostro olio non è quello descritto dalla stampa americana. Sempre con Eataly, ogni anno si sceglierà uno chef concertatore che durante la settimana del Concertone di Melpignano, ad agosto, rivisiterà un piatto della tradizione salentina.
Con l’associazione UP Uniti per il paeSaggio abbiamo chiesto allo scrittore Erri De Luca di narrare i nostri ulivi. Lo ha fatto. Gli alberi della mia terra saranno protagonisti del documentario “Alberi che camminano” per la regia di Mattia Colombo. Uscirà in primavera e sono certa che contribuirà a risvegliare consapevolezze perdute.

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