Saperi

L’olio della corruzione

Il malcostume di un tempo è diventato qualcosa di ben più grave oggi. L'Italia non è un Paese che ha saputo liberarsi di atteggiamenti poco virtuosi, diffusi a più livelli nella società. I fatti che si stanno registrando a Roma, con il fenomeno noto come Mafia Capitale, sono in fondo il riflesso, ingigantito, di una società che si è comunque sfaldata da tempo

Olio Officina

L’olio della corruzione

Le cronache sono un po’ avvilenti. Lo sappiamo. C’è poco da sorridere. E’ un tutto un tessuto sociale che si sta sfaldando. Per riflettere su ciò che la nostra società è diventata, forse è il caso di guardare a ciò che eravamo stati in passato, senza accorgecene.

Dal momento che siamo oliocentrici, la nostra riflessione vogliamo farla partire da una narrazione di Dante Maffia, in un libro dal titolo Corradino, edito nel 1990 da Alfredo Guida.

Aveva sentito raccontare molte storie sul padre, tipiche di una realtà rurale, contadina, A lui erano parse comuni, ma gli altri le ripetevano come le gesta di Orlando. Le aveva saputo condire evidentemente di una carica umana così forte che erano diventate esempi a cui guardare. Gli amici lo prendevano in giro, lo avevano sempre stuzzicato in proposito, ma anch’essi riconoscevano che grazie al mercante di granaglie avevano beneficiato di privilegi. Una volta il professore di Diritto Penale aveva dato trenta e lode a tutto il gruppetto perché giorni prima aveva ricevuto due damigiane di olio da cinquanta litri e sei pezze di formaggio pecorino.
Non era stato difficile laurearsi. S’era iscritto comunque a giurisprudenza per non staccarsi dagli altri. Non gli interessava che cosa studiare, una disciplina valeva l’altra per lui; non trovava difficoltà e non si riconosceva propriamente un’inclinazione.

Dante Maffia

La foto di apertura è di Luigi Caricato

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