Saperi

L’orto dei saperi

Lo scrittore e l’agricoltore. Due fratelli pugliesi, entrambi coltivatori di una sapienza antica: la terra e la letteratura. Da una parte il narratore, il cui ultimo romanzo si intitola La ferocia; dall’altra, il più giovane, lanciato in un'impresa meravigliosa, oltre che eroica: produrre beni alimentari. Sono tantissmi i campi incolti e abbandonati, difficile averli per renderli fertili

Nicola Lagioia

L’orto dei saperi

Ieri, andando a presentare il mio ultimo libro a Locorotondo (La ferocia, Einaudi) con Antonella Lattanzi a Docks 101 ho fatto una fondamentale deviazione verso Castellana Grotte. Dove vive e lavora mio fratello, Federico Lagioia, ritratto in tutto il suo splendore, con un trattore, a evidenziare il gap anagrafico a suo vantaggio: ha 26 anni.

Ebbene, un paio di anni fa Federico, insieme al suo coetaneo e socio Antonello Di Venere, si è lanciato in un’impresa per me meravigliosa, oltre che eroica. Questi due a un certo punto hanno mollato tutto quello che stavano facendo, sono andati via da Bari e si sono messi a coltivare la terra. Agricoltura biologica. A Castellana Grotte, e poi anche a Capitolo.

Sono tantissmi i campi incolti e abbandonati, proprietà dei comuni del barese. Ciò nonostante, questi fondi non vengono assegnati neanche in comodato d’uso. Allora (dopo giri sfibranti tra associazioni di categoria e luoghi istituzionali che gli rispondevano picche con uno sbadiglio o un’alzata di sopracciglia) i due si son fatti dare da un privato in comodato un terreno abbandonato da 20 anni. Hanno iniziato a spaccarcisi sopra la schiena, fino a che il terreno è diventato produttivo, e ora ci fanno di tutto: pomodori, melanzane, zucchine, piccoli frutti (tipo more o lamponi), friggitelli ecc. ecc.

La mattina si svegliano prima dell’alba. Lavorano. Piccolo pisolino. Poi raccolgono, caricano sul loro camioncino e iniziano il giro delle consegne: fruttivendoli, ristoranti, privati. Una roba che a 25 anni puoi fare e loro la fanno. E, piano piano, tra un milione di difficoltà, si allargano.

No multinazionali. Federico e il socio Antonello combattono gli afidi con le coccinelle, e una volta che sono andato a trovarli gli erano appena arrivate (ordinati dal nord Europa) delle scatolone piene di bombici vivi e ansiosi di svolazzare. Per l’impollinazione, mi ha spiegato il duo. Insomma, bio radicale e con una voglia di vivere che prova a spaccare la montagna di burocrazia e vecchiume istituzionale davanti a cui si trova chiunque in Italia abbia spirito d’iniziativa.

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