L’unione fa la forza
Si è sempre detto che gli italiani non siano in grado di realizzare progetti comuni e condivisi, inadatti come sono a mettersi insieme e collaborare. E’ drammaticamente vero, ma ci sono le eccezioni. E’ il caso positivo di Domenico Fazio, Giampaolo Lupi e Carlo Bianchi, tutti e tre impegnati a valorizzare i propri extra vergini a partire dal marchio collettivo "Da Vinci"

Le bottiglie hanno una propria identità. L’imprinting è comune: la ricerca della qualità alta. Si confeziona sotto ilmarchio come “Da Vinci” solo gli oli che posseggono caratteristiche di gran pregio. Sono tre le aziende agricole, tutte ubicate nel comune di Vinci, in provincia di Firenze. Siamo nel paese che ha dato i natali al grande genio Leonardo, per intenderci.
I tre intraprendenti pionieri del marchio comune sono Carlo Bianchi, Giampaolo Lupi e Domenico Fazio. Sono uniti da una passione per la pianta dell’olivo, ma sono coltivatori anche da buone idee, e soprattutto hanno idee chiare sul marketing e su come di debba agire oggi sul mercato, di fronte a un eccesso di polverizzazione di marchi.
Il progetto è appena iniziato e rappresenta il suo esordio in scena. Ha avuto inizio proprio i primissimi giorni del 2015 quale reazione alla terribile e infausta olivagione 2014. “Tutti – ci spiega Domenico Fazio – condividevamo il fatto che sperare che cose del genere non si ripetessero senza fare nulla non aveva senso. I disastri naturali – aggiunge – non si possono evitare, ma si possono limitare le conseguenze affrontando la realtà con un approccio professionale e mezzi adeguati”.
Sembra un passo scontato, ma non è così. L’unione fa la forza, ma non tutti lo ncomprendono. C’è una riluttanza da parte degli italiani, per lo meno da parte della gran parte di essi. Ma non per tutti. “Di fronte a quanto è accadurto lo scorso anno, abbiamo compreso che per fronteggiare l’emergenza sarebbero stati necessari investimenti che da soli non ci saremmo potuti permettere, quindi – chiarisce Domenico fazio – abbiamo deciso di unire le forze verificando la condivisione di obiettivi, che collimavano perfettamente nel cercare di essere innovativi e cercare nel contempo la massima qualità, lavorando in tal senso nel coltivare le olive e nel trasformarle in impianti che ci permettessero di esaltare le qualità organolettiche, comunicando nel medesimo tempo una immagine non allineata alle immagini più convenzionali”.
L’impegno si è ben presto concretizzato, come è possibile vedere dalla foto di apertura, cpon le tre bottiglie. “La quantità congiunta di olio extra vergine di oliva – spiega Fazio, parlando anche a nome dei colleghi Bianchi e Lupi – ci permette di garantire continuità sul mercato e sostenere gli investimenti necessari per avere la minima visibilità”.
Le tre aziende sono ubicate in un territorio altamente vocato all’olivicoltura. I terreni si estendono sulle colline del Montalbano, nel comune di Vinci, per più di quaranta ettari, in parte coltivati a uliveto tradizionale, in parte a oliveto specializzato intensivo, con una produzione stimata di circa quindici tonnellate di olio l’anno.
Le varietà presenti nelle tre aziende sono le caratteristiche cultivar toscane, rappresentate dalla celebre triade Frantoio, Moraiolo e Leccino. “La forte presenza di piante Moraiolo – precisa Fazio – conferisce in particolare la nota peculiare di fruttato intenso all’olio che produciamo”. E aggiunge: “Abbiamo concordato di effettuare raccolte selettive per l’olio destinato al condizionamento con il marchio Da Vinci – Desire Collection. E abbiamo anche deciso di togliere il Leccino dal blend, lasciando duqnue i soli oli ricavati da Moraiolo, per il 60%, e da olive Frantoio, per il restante 40%”. Questa è la storia di una bella ed edificante idea che si è resa concreta dalla determinazione di tre appasionati cultori della qualità degli oli. Lavorare per ottenere un olio di qualità è solo il primo passo, occorre anche marciare insieme, condividere, credere a un progetto comune e condiviso, e loro, Carlo Bianchi, Giampaolo Lupi e Domenico Fazio, lo hanno fatto, e con buoni, anzi ottimi risultati, da come si evince dalle degustazioni effettuate. Che vi proponiamo di seguito, così da farsi un’idea del profilo sensoriale.
IL SAGGIO ASSAGGIO
Verde, non ancora limpido giacché fresco di frangitura, si apre al naso con note fruttate intense, dalle connotazioni erbacee. Al palato ha buona fluidità e una sensazione avvolgente, con amaro e piccante netti e ben dosati, dal gusto vegetale di carciofo e lieve percezione astringente.
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