Saperi

La civiltà agricola non può assolutamente sparire

Nel 2010 è stata pubblicata in edizione fuori commercio una antologia di racconti dal titoloTutti dicono Maremma Maremma, a opera dell’allora Provincia di Grosseto, quando tale istituzione non era stata brutalizzata dalla “selvaggia” politica nazionale che ne ha ridimensionato l'operatività. È stata una esperienza formidabile, che ci piace rievocare con questa recensione scritta dieci anni fa. Peccato soltanto che essendo trascorso ormai tanto tempo il libro sia di difficile reperibilità

Sossio Giametta

La civiltà agricola non può assolutamente sparire

Di fanciullesca freschezza nella grafica e nelle allegre, colorate illustrazioni, questo libro venuto in luce, in virtù delle multiformi virtù del curatore Luigi Caricato – altissimo esponente internazionale del comparto olio di oliva, nonché romanziere ed esperto di agricoltura – raccoglie venti racconti di venti noti e notissimi scrittori italiani. Tutti si riferiscono alla Maremma, un vasto areale che per vari motivi acquista sempre più visibilità e importanza, e sono un omaggio “a una civiltà agricola che non può assolutamente sparire”, come dice Luigi Caricato nella premessa dal titolo “Invertire la rotta”.

Qual è la rotta che bisogna invertire? Quella, egli spiega, consistente nel lasciare i contadini isolati, accerchiati e sempre più minacciati e invasi dal mondo urbano. Dunque, questo libro si propone in primo luogo un alto fine sociale.

In prima posizione, questa antologia fa risorgere, grazie alla disponibilità dimostrata dalla moglie Lucia, il compianto scrittore e saggista Giuseppe Pontiggia. Il suo racconto breve, Il Morellino, dice nella sua brevità, finezza e lievità, tutta la sensibilità, l’intelligenza e la maestria che ci sono venute meno con la morte prematura di questo pilastro della cultura italiana. Esso costituisce anche la cifra dell’intera antologia, dove i toni gravi non mancano, per esempio proprio nel racconto di Luigi Caricato, Con cuore maligno e superbo, che esalta il martire Davide Lazzaretti, benefattore dei contadini e precursore delle cooperative rosse, ma dove prevalgono i toni lievi, sfumati, a volte ludici, a volte graziosi, a volte malinconici.

Tra i venti racconti possiamo convintamente consigliare ai lettori questi piccoli squarci di anima, riferiti in particolare al Distretto rurale della Provincia di Grosseto. Un ritratto incisivo, alto, poetico e profondo insieme della Maremma, che “fu desolata, inclemente e mefitica, tanto quanto oggi appare al turista accogliente nel suo silenzio e nella sua placida grazia paesaggistica”, coi suoi eroi, Lazzaretti, “il Cristo dell’Amiata”, e padre Balducci, è lo scritto di Daniela Marcheschi, figura di spicco nell’attuale panorama letterario italiano, con molti meriti nella formazione di questo libro.

Più di tutti i racconti ha conquistato il nostro cuore quello di Francesca Duranti, Una favola senza morale. È una vera e propria storia d’amore di un galletto, con fosco dramma e, imprevedibilmente, lieto fine. Questa novellina, perfettamente realistica, ha la grazia e la poesia di una fiaba di Walt Disney.

Raffinato e originale, nel suo senso sfumato, anche Una forma diversa della malinconia, di Antonio Franchini, prestigioso editor di narrativa. Bello, soffuso di poesia, Il casale di Lidia Ravera. Esso getta una luce particolare sulla caccia che c’è stata specialmente in passato ai casali in Toscana con l’intensa attività di compravendita che ne è seguita.

Altri racconti sono magari di minor peso e impegno, ma tutti sono pregevoli e degni di essere letti, altrettante sfaccettature di un’umanità che risiede o viene a contatto con la realtà rurale della Maremma. Basta citare alcuni altri autori: Clara Sereni, Laura Bosio, Maurizio Cucchi, Bianca Garavelli, Nadia Fusini, Andrea Di Consoli, Roberto Barbolini, per raccomandare questo libro a chi ama la letteratura non appariscente ma fine e originale.

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