Saperi

La misericordia a senso unico

E’ possibile farsi qualche domanda sui contenuti e sul concetto della stessa misericordia di Dio? Oppure fa parte di quei concetti intoccabili, che vanno presi così alla lettera, senza discussione? In realtà proprio quei concetti che usiamo continuamente rischiamo di utilizzarli in modo sbagliato e, così, finiscono per non dire più niente di significativo né per il credente e meno ancora per i non credenti

Sante Ambrosi

La misericordia a senso unico

Quando è stato indetto l’anno della misericordia di Dio, devo essere sincero, non mi sono sentito particolarmente appassionato. Questo mio atteggiamento di riserva forse mi veniva da tutto quello che avevo studiato per tanti anni, i fenomeni religiosi del passato, su molte devozioni, sulla loro origine e sulle motivazioni che non sempre mi trovavano consenziente.

In primo luogo avevo in mente come sono nati gli anni santi, a cominciare da quello del 1300, per opera di Bonifacio VIII, il Papa che Dante, anche per questo lo condannerà all’inferno, perché a suo dire la sua preoccupazione era quella dei soldi da racimolare in tale occasione. Comunque fossero, certe motivazioni, come quella che ho appena ricordato, resta il fatto che sempre nella gente si esprimeva un profondo e sincero desiderio di liberarsi dal peccato. E questo mi colpiva indubbiamente, ma che non sempre vedevo ben orientato e ben pilotato. Esso si fermava a pratiche che avevano lo scopo di tranquillizzare lo spirito e i sensi di colpa.

Ora in molte epoche dominate da profondi sensi di colpa queste forme liberatorie potevano essere comprese, anche quando si fermavano alla superficie dei gesti proposti. Soprattutto nel medioevo bisognava anche tranquillizzare le anime e liberarle da sensi di colpa troppo violenti (pensiamo alle processioni penitenziali e autoflagellantesi di certi periodi!). Ma oggi, in un tempo in cui semmai ci sono appiattimenti totali di ogni forma di senso di colpa e di peccato, mi chiedevo che senso poteva avere invitare ad attraversare una porta per avere il perdono. Perdono da che cosa? Non si rischiava di comunicare un messaggio almeno riduttivo e sbagliato da un punto di vista teologico? Questo mi chiedevo tra me e me, senza esprimerlo per paura di apparire come voce fuori del coro:

Mi ha svegliato da questo torpore un commento che pochi giorni fa ho letto su una rivista di teologia, anzi su un foglio di orientamenti bibliografici della Facoltà teologica di Milano. Presentando una serie di pubblicazioni sul tema della misericordia, ho trovato scritto qualcosa che mi interessava e mi convinceva.

Dopo aver ricordato il tema centrale della misericordia di Dio come la sintesi del volto di Dio, l’autore della nota continua dicendo che tale affermazione, ossia che al cuore del Vangelo vi sia la misericordia, ha incoraggiato una attenzione particolare nel tentativo di spiegare i contenuti e la pratica della misericordia di Dio. Così si spiega il proliferare di scritti sul tema in questi anni. E questo, naturalmente, non è negativo, precisa il commentatore, d’altra parte, però, rischia di mettere in sordina un aspetto importante contenuto della misericordia. E precisa meglio, con queste affermazioni che riprendo alla lettera.

La concentrazione di cui si parla se da un lato è convincente, generalizzata ed enfatica, dall’altro appare anche problematica; non è subito ovvio come si possa conciliare la misericordia di Dio, Dio alla fine, con il tratto esigente dei suoi comandamenti…
La misericordia di Dio non dunque subito e solo intesa come sollievo dal bisogno e della pena dell’uomo, ma come specchio della fedeltà di Dio alla sua creatura perché questo lo conosca, lo ami e lo serva. Al tratto impegnativo, per così dire, della misericordia di Dio, che non può e non deve ridursi ad una filastrocca per bambini, fino a trasformarlo (Dio) più simile a un uomo qualsiasi che ad un padre che chiama alla conversione.

In conclusione la nota del teologo mette in relazione la misericordia di Dio con l’urgenza della conversione. Il rischio per una società secolarizzata che ha perso l’idea del peccato è quello di pretendere di conquistare la misericordia di Dio senza passare attraverso le asperità della conversione.

La foto di apertura è di Luigi Caricato

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