La solidità dell’oro
La pastosa densità del burro, la sua fisicità quasi massiccia con il delicatissimo colore quasi bianco. Poi la scoperta, a partire dalla Sicilia, nell’energica solarità dei suoi prodotti, della liquidità densa e dorata dell’olio
A volte la nostra storia personale ci porta a contatto, anche stretto, magari appassionato, con realtà che pensavamo non ci potessero appartenere; con luoghi, magari, che avevamo sempre ritenuto remoti ed estranei. Di recente la mia esperienza si è aperta, come non avrei mai creduto, a una terra di sole e mare, che ammiravo, ma come si ama ciò che ci è opposto. Parlo della Sicilia, dove una linea diretta di discendenza mi ha portato spesso con gioia e sorpresa in questi mesi e dove ciò che mi era apparso estraneo mi è divenuto in breve tempo quasi familiare. E’ stato come trovare una sorta di identità personale sconosciuta e più ampia, con i colori, i suoni e i sapori di una condizione nuova, di un nuovo ambiente. Una sorta di riconoscimento, di agnizione, potrei dire, di un me stesso diverso o rinato.
A proposito di colori e sapori, avevo sempre prediletto, per abitudine lombarda, la pastosa densità del burro, la sua fisicità quasi massiccia e il suo delicatissimo colore quasi bianco. Ma la Sicilia, nell’energica solarità dei suoi prodotti, mi ha coinvolto per altre vie, mi ha portato a una cultura di sapori diversi, mi ha regalato la liquidità densa e dorata di un alimento che non è soltanto tale, ma che porta in sé antichissimi significati e incanti. Parlo ovviamente dell’olio, ottimo in questa terra, capace di catturare nella complessità sottile delle sue componenti, anche un palato da sempre più educato ad altri gusti come il mio. Così i sensi – ma potrei dire anche l’immaginazione – vengono attratti in una serie di caratteri al tempo stesso decisi e cangianti, precisi e capaci di sfumare, per esempio dal giallo oro al verde, di richiamare la meraviglia vegetale da cui proviene, nella dolcezza del frutto, senza peraltro privarsi di un estroso spunto più amaro o acuto. E anche in questa ricchezza di compresenze è sicuramente riconoscibile il carattere di una terra, la sua unicità composta di sovrapposizioni varie e di molteplici elementi. Un’identità che sempre più mi attrae, come l’intensità mirabile e avvolgente di un liquido che ha in sé sostanza e storia, la solidità dell’oro e il liquido fluire dell’esistere.
Questo testo, scritto su invito di Luigi Caricato nel settembre 2008, è stato pubblicato in apertura di un volume fuori commercio dedicato alla Sicilia olearia.
La foto di apertura è di Salvaotore Scuderi
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