Saperi

La storia si ripete, colpa del cervello?

In molti si chiedono come mai le lezioni che ci giungono dal passato non ci insegnino nulla. C’è da osservare che le persone possono essere condizionate con l’innesco della paura e con l’offerta di un capro espiatorio. Non resta che evidenziare il disastro psicopatologico che ha investito moltissimi, oggi, con la pandemia in corso, e per il quale pagheremo il conto nei prossimi anni, o per sempre

Massimo Cocchi

La storia si ripete, colpa del cervello?

Mi sono chiesto molte volte perché la storia, nelle guerre fra uomini, ciclicamente, si ripete.

Non sono uno storico, quindi, non ho la risposta in tasca, tuttavia, penso che quella che doveva essere la più meravigliosa delle costruzioni, il cervello, in realtà presenta punti di debolezza difficili da indagare ma che, tuttavia, possono aumentare la sua vulnerabilità in modi diversi.

L’intricato meccanismo di funzionamento del cervello, ad oggi, per gran parte, ancora inspiegabile, può generare comportamenti differenti fra le persone, accumunarne molti in comportamenti simili che possono andare dalla cosiddetta normalità alla psicopatologia e, ancora, rimane una vasta area che si potrebbe definire come terra di nessuno laddove la normalità può godere di un ampio spazio di tolleranza senza modificare sostanzialmente il comportamento, non potrà mai raggiungere l’area francamente patologica che invece gode di un ristrettissimo margine di tolleranza per condurre l’individuo a gradi diversi della psicopatologia fino al suicidio, mentre di tutti i soggetti che stanno in un’area francamente patologica, la famosa terra di nessuno, non è ancora dato di conoscere gli aspetti caratterizzanti la tipologia del comportamento.

Tutto ciò per dire che il percorso di studio e ricerca è ancora lungo, difficile e irto di problematiche etiche.

La storia, comunque, ci ha insegnato e ci insegna che vaste moltitudini di persone possono essere condizionate con l’innesco della paura e l’offerta di un capro espiatorio.

La follia nazista, per non andare lontano nel tempo, ne è uno degli esempi più clamorosi e nefasti.

Paura ed ebrei sono stati utilizzati, rispettivamente, per soggiogare la maggioranza della popolazione e per indurre l’uno contro l’altro in uno scenario devastante, barbaro e vigliacco.

In questo modo la forza iniqua del nazismo, fra bugie e verità nascoste, ha corso il rischio di soggiogare popoli e popoli per tempi infiniti, scatenando le più disparate reazioni dell’uno contro l’altro.

Fortunatamente tutto ciò ha avuto fine pur a scapito di milioni e milioni di morti.

Dopo un lungo e tutto sommato periodo di relativa serenità, ben impresso nel ricordo di molti, è arrivato un flagello invisibile che ha vestito le ben note e terrificanti insegne del recente passato e ha compiuto quanto all’uomo non è stato possibile fare.

Si è insinuato subdolamente senza conoscere frontiere e ha colpito inesorabilmente nel mondo intero.

Dopo un primo momento di confusione generale ecco che l’uomo si organizza per cercare di combatterlo ma, nel contempo, succede anche un altro fenomeno, che porta ad un’ulteriore divisione fra gli uomini.

Questa volta, pur con un nemico invisibile, qualcuno ha pensato bene di usare l’invisibile animaletto per scatenare il terrore del contagio e, purtroppo, nello stesso tempo, utilizzando il comportamento umano, che di fronte al pericolo non è mai omogeneo, per mettere molti contro pochi nell’argomento “vaccinazione”, ripetendo i meccanismi di isolamento, di discriminazione, di isolamento “forzato” nel momento che viene tolta la libertà di movimento e decisionale di chi non ritiene di sottoporsi a un farmaco, in un interesse superiore verso la protezione degli altri, cosa, comunque, ancora da dimostrare appieno.

Tuttavia, per quanto si propugnino concetti di sicurezza per il grande numero di terapie eseguite nel mondo, qualche dubbio sulla correttezza del percorso scientifico del farmaco e sulle migliaia di pubblicazioni scientifiche partorite in così breve tempo, rimane forte e chiaro.

Oggi, una piccola minoranza della popolazione viene investita di responsabilità, fortemente dubitative, di essere come gli storici ben noti untori, se non che in molte persone, delle quali campioni sono accuratamente scelti e rappresentati da un giornalismo asservito e ruffiano del potere, si sta scatenando una guerra di odio ben più pericolosa degli untori, siamo quasi al concetto “mors tua vita mea”.

Mi sembra che i concetti espressi siano abbastanza chiari e neppure tanto polemici ma, poiché, potrei correre il rischio di passare per un imbecille che usa atteggiamenti ideologici, pur riconoscendo il disastro provocato da questa enorme fanteria di animaletti virali, ma non condividendo, per gran parte, molte delle decisionalità che ne sono conseguite e ne conseguono, ho deciso di rendere pubblico un caso che, seppur mette a nudo un fatto personale, dall’altro rivela come l’ipocrisia sia al servizio della meschinità.

Spett.le Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri

Via Zaccherini Alvisi, 4, 40138 Bologna

Ho letto oggi la lettera in cui mi si avvisa della sospensione dall’Ordine qualora io non presenti certificazione idonea ad evitare il provvedimento. A tale proposito mi corre l’obbligo di alcune precisazioni. In data 20/03/2021, esponevo la mia situazione a codesto Ordine ricevendo come risposta che l’Ordine si sarebbe informato su cosa fare per chi, come me, si trovava in condizioni di immunosoppressione. Nonostante avessi ben spiegato il tipo di terapia che facevo, evidentemente, non mi ero spiegato o gli esperti dell’Ordine non erano a conoscenza che il farmaco da me utilizzato aveva proprietà immuno-attivanti. Risposi chiedendo di accertare cosa avrei dovuto fare in questo caso, ma non ebbi risposta. Né allora né mai più. Lettera simile (8/04/2021) inviai all’ Ausl di Bologna motivando il perché non ritenevo di procedere alla vaccinazione e mai ho avuto risposta. Fare osservazioni a tale comportamento, data anche la delicata situazione in cui mi trovavo, sarebbe facile polemica che non desidero fare. Sempre in ordine al silenzio che ho ricevuto in risposta alle mie lettere e ad evitare un imbarazzante ripetersi di tale comportamento, ho soprasseduto al rendere noto, nel frattempo, che esami successivi e ripetuti (Eco con contrasto, Tac e Risonanza con contrasto) avevano evidenziato la presenza di un significativo trombo adeso alla parete del ramo portale sinistro nonché il forte sospetto di Colangio Carcinoma, senza peraltro escludere un “secondarismo”. Interpellato un ulteriore esperto di immagini radiologiche, dopo averle attentamente esaminate, a domanda precisa, mi rispondeva che potevo avere dai sei mesi a un anno di vita. Questo, oltre alle disattese risposte dalle istituzioni, non rendeva certamente primario, in me, il pensiero della vaccinazione. A novembre ho ricevuto una medaglia per il 50° anno di Laurea da codesto Spett.le Ordine, pur non avendo appieno compreso perché sia l’Ordine ad attribuirla essendo la Laurea conseguita all’Università. Poiché i cinquant’anni di iscrizione all’Ordine saranno il prossimo aprile, c’è forse una medaglia anche per questo evento? Scherzi a parte, in questi 50 anni, all’infuori di un brevissimo periodo riconducibile al tirocinio e protrattosi ulteriormente per pochi mesi prima che tornassi all’Università dove ho coltivato una lunga carriera nella ricerca scientifica, non ho mai esercitato la professione, né tutt’ora la esercito, per cui, a testimonianza di questo inequivocabile status, con la presente lettera rassegno le dimissioni dall’Ordine.

21/01/2022

Cordiali saluti, Massimo Cocchi

Non nego che questo possa essere considerato un caso assai particolare, tuttavia, non è tanto il fatto che nessuno abbia dato risposta alle mie legittime perplessità sulla vaccinazione, ma quanto il presentarsi di un comportamento di scarsa civiltà perché ritengo che una risposta, qualunque essa fosse e in qualunque direzione andasse, era doverosa.

Ed ecco che si pone un problema ancora una volta legittimo, nessuno ha dato risposta perché non ci sono studi che affrontino questo problema?

Nessuno ha dato risposta perché nessuno non si vuole assumere l’onere della discussione del caso?

Poiché le disposizioni governative in corso esprimono bene il concetto che il medico non vaccinato, quale io sono, sia sospeso dall’Ordine, e ciò è legale, mi rimane, comunque il sospetto che la discriminazione sia oggi un fenomeno corrente, che le sospensioni rappresentino un mezzo forzoso a sottoporsi alla terapia e a tutte le limitazioni di movimento che sono state messe in atto.

Nonostante le mie avventure sanitarie dall’arrivo di questo animaletto, grazie a Dio, non mi è ancora successo nulla pur rimanendo una terribile e angosciante spada di Damocle nell’intimità del mio cervello laddove si suppone ci sia l’area del pensiero e della “decision making”.

Personalmente, ma sono certamente in una condizione di privilegio, non ho subito e non subirò particolari traumi da tutte le regole imposte, tuttavia, mi corre forte l’obbligo di evidenziare il disastro psicopatologico che ha investito moltissimi e per il quale pagheremo il conto nei prossimi anni o per sempre.

Avremo vinto una battaglia ma, forse, perderemo la guerra se in chi legifera non subentrerà, e anche in tempi brevi, la capacità di “ridare vita” alle persone nel rispetto della libertà individuale e nel consentire lo scambio di relazionalità affettive che non sono solo amore ma anche amicizia, socializzazione, convivialità e quant’altro non irriti e non eserciti il ruolo del “fenomeno epigenetico” che, a volte, nel cervello produce devastazione, in quel cervello di cui conosciamo ancora tanto poco.

Fra non molto tempo questo “animaletto” diventerà endemico, colpirà ancora falciando i più fragili, ma sarà chiuso il capitolo del terrore e dell’affollamento sanitario, della conta demenziale dei malati vivi e morti, ma attenzione perché le terapie intensive si sposteranno, concettualmente, nella dimensione psichiatrica, ma lì, certamente, non sarà reso pubblico l’affollamento.

24/01/2022

Si consiglia la lettura del libro L’angoscia pandemica. Le parole della cura, di cui è autore Massimo Cocchi con Fabio Gabrielli, per le edizioni Olio Officina QUI

In apertura, un monumento nelle vie di Jaén, foto di Olio Officina©

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